Numerosi cambiamenti in arrivo per gli atenei italiani con il nuovo DDL sull’università: il disegno di legge prevede diverse manovre volta all’ottimizzazione delle risorse umane e strutturali.
Tra le novità più rilevanti, l’accorpamento degli atenei limitrofi per ottimizzare l’utilizzazione delle strutture e la riforma del reclutamento dei docenti con l’eliminazione dei concorsi di accesso.
La bozza del DDL, consegnata ai rettori dal Ministro dell’Istruzione Gelmini per una prima valutazione, prevede infatti sostanziali cambiamenti in materia di reclutamento dei docenti: vengono auspicati organici di professori con contratto a tempo indeterminato, con la soglia minima del 40% di ricercatori e lo sbarramento massimo di docenti ordinari al 27%.
Come già ventilato diverse settimane fa, saranno inoltre eliminati i concorsi locali per l’accesso all’insegnamento universitario, in favore di un’abilitazione nazionale unica, differenziata in funzione della carica di professore ordinario o associato.
Oltre a sancire che i Rettori non potranno più restare in carica per più di due mandati ed 8 anni complessivi, il DDL introduce anche la figura del professore aggregato per i ricercatori che svolgano compiti didattici assimilabili a quelli dei docenti.
Relativamente al trattamento economico di docenti e ricercatori, il testo suggerisce che lo stipendio di professori e ricercatori universitari a tempo pieno venga commisurato sulla base dell’impegno complessivo di lavoro di 1.500 ore annue, indicando anche che professori e ricercatori saranno tenuti a presentare una relazione sull’attività svolta; in caso di esito positivo, vedranno attribuirsi lo “scatto biennale”
Nel DDL viene inoltre affrontata la questione etica e morale, invitando le università ad adottare un Codice etico che “individui in modo puntale i casi di incompatibilità e di conflitto di interesse e predisponga opportune misure per evitarli”.
C’è un errore.
La qualifica di professore aggregato esiste dalla legge 230/05, e la possibilità d’insegnamento per i ricercatori risale alla legge 341/90.
Marco