Si tiene oggi il convegno “Le sfide della qualità nelle Università Telematiche” presso la sede del Crui a Roma. Protagonista assoluta dell’appuntamento è l’università telematica di tutta Europa.
Durante l’incontro saranno prese in considerazione le Università a distanza europee che costituiscono validi modelli per la creazione di standard internazionali di qualità dell’e-learning.
Nella giornata di oggi lo sviluppo dell’università telematica sarà presa in considerazione a 360°. Scopo dell’incontro è però principalmente quello di presentare i risultati del progetto E-xcellence+, finanziato dalla Commissione Europea, che determinano i criteri di valutazione e gli standard di qualità dei sistemi di insegnamento a distanza e dell’e-learning da adottare a livello europeo.
Il progetto E-xcellence+ ha consentito di tracciare un percorso di integrazione dei parametri di valutazione della qualità dell’e-learning a livello europeo. Inoltre è stato possibile confermare ancora una volta, che la didattica fruita via web ha i suoi lati positivi, anche per quanto riguarda la qualità della formazione, soprattutto quando si seguano le migliori pratiche consolidate a livello internazionale.
Alla conferenza di oggi dedicata all’università telematica, interverranno diversi esperti del settore dei sistemi di valutazione della qualità dell’e-learning e delle Università a distanza e tradizionali. Tra i nomi presenti ci saranno anche il professore George Ubachs, responsabile del progetto E-xcellance+ e il professore Luigi Biggeri Presidente del Consiglio Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario Italiano.
Bene bene. Vedo che il progetto “telematico” sta andando avanti. Ancora qualche anno e più controlli e le “telematiche” verranno considerate private esattamente come tante altre. Avanti così!
Penso che le Telematiche saranno sempre, per la maggioranza, considerate “vocational education” e mai accademia pura.
Io non sono critico delle telematiche ed immagino che sia necessario cominciare a vedere le cose in chiave futura almeno per quanto riguarda l’area didattica. Bastera’ una sola universita a fare un break-through serio nell’on-line p
er convincere tutti che non e’ poi cosi’ male… fatto e’ che non siamo proprio vicini a quella data 🙂
meditate gente, meditate.
Non ho capito il tuo ragionamento: prima dici che non saranno mai […], poi ti chiedi se arriverà il giorno in cui […].
In Cina la più importante “telematica” ha 850.000 studenti.
In Inghilterra la Open University è una delle università più rinomate (escludendo ovviamente quelle per “lord”).
In Italia c’è stata una proliferazione di “telematiche” che finirà molto presto e che permetterà… ciò che ho detto col precedente post.
Davide, da come parli sembra quasi che lavori per una telematica. Sai qual’e’ la differenza tra vocational ed accademia ?
Quando nella loro governance le universita telematiche faranno anche ricerca (e non parlo di 5 professori che part-time producono 2 papers in 5 anni), allora qualcosa cambiera’ spero… se poi ti senti colpito nell’orgoglio perche hai studiato in una telematica o lavori per una telematica mi spiace
Federico, il tuo intervento mi lascia un po’ perplesso perché lo giudico personale e quasi off topic.
Forse l’hai postato perché pensavi che non tornassi a controllare, ma eccomi qui. 😀
Non so se lo staff di Universita.it deciderà di cancellarlo, ma se decidesse di tenerlo che almeno mi permetta di risponderti.
In sintesi: sui punti principali sono d’accordo con te, sono un marconiano convinto (e perché no? Fiero :D) e in ogni caso tutte le università si stanno trasformando in “telematiche”, controllare per credere. 😉