Quello tra giovani e lavoro è un rapporto che da alcuni anni si presenta sempre più difficile nel nostro Paese: dallo stage gratuito alla sindrome da precariato, il posto fisso per molti non è più nemmeno una speranza. La novità contenuta nel nuovo rapporto diffuso da Datagiovani è che si va di male in peggio: non solo il mercato di lavoro è bloccato per gli under 35, ma su 10 giovani disoccupati nel 2010 almeno 2 lavoravano nell’anno precedente. Sono in tanti dunque ad aver perso il lavoro, per quanto precario.
Se già qualche mese fa i numeri ci dicevano che l’Italia era sotto alla media europea sul fronte della disoccupazione giovanile, appare chiaro che il dato è in aumento. Cresce tra gli under 35 il numero dei disoccupati, ma in tanti hanno smesso di cercare raggiungendo la folta schiera degli inattivi: poco meno di 210.000 giovani sono passati da occupati a disoccupati, altri 218.000 quelli che lavoravano nel 2009 ma ora un lavoro non lo cercano nemmeno più, perché hanno ripreso gli studi o più probabilmente perché, scoraggiati, sono andati a ingrossare le fila della generazione “neet”. Altri 686.000 giovani italiani disoccupati lo erano già nel 2009, e ancora cercano.
Ma la situazione cambia anche a seconda dell’area geografica di riferimento e a comportarsi meglio sembrano essere le regioni del Sud, in linea con i dati 2008/2009. La graduatoria 2010, redatta da Datagiovani sulla base dei dati Istat, mette in testa Molise e Campania dove maggiore è stata nei dodici mesi presi in considerazione la capacità di creare posti di lavoro e minore la probabilità di perderlo.
Nelle regioni settentrionali, invece, un quarto e oltre dei giovani disoccupati del 2010 è rappresentato da ragazzi che nel 2009 lavoravano, si salvano solo Liguria e Trentino Alto Adige. E tuttavia confrontando l’attuale ranking con quello del 2009, il Sud appare ancora al palo in termini di evoluzione complessiva del mercato del lavoro giovanile, mentre le regioni del Centro e parte del Nord sembrano parzialmente in ripresa. Magra consolazione.