Forse non saremo vicini all’uomo “in provetta”, ma sicuramente abbiamo fatto un deciso passo in avanti verso la creazione della vita in laboratorio. L’accelerazione si deve a un team di scienziati internazionali che sono riusciti ad ottenere il primo cromosoma artificiale. La vera rivoluzione, però, è che il cromosoma sia perfettamente “funzionante”, tanto da poter essere inerito tranquillamente all’interno di un organismo.
Il primo cromosoma artificiale si chiama synIII e riproduce, con alcune migliorie, quello di un lievito. I ricercatori che hanno condotto lo studio (durato 7 anni) sono adesso convinti di poter presto ottenere un genoma completo sintetico, per dar vita a un lievito “in provetta”.
La realizzazione di synIII è motivo di grande soddisfazione per gli scienziati che vi hanno lavorato, come spiega Jef Boeke della New York University School of Medicine, che ha coordinato lo studio: “La nostra ricerca sposta l’ago della biologia sintetica dalla teoria alla realtà”. Ciò che è veramente straordinario nella creazione del primo cromosoma artificiale è che synIII sia stato incorporato con successo all’interno di una cellula di Saccharomyces cerevisiae, il microrganismo comunemente detto lievito di birra. “Le cellule con il cromosoma sintetico incorporato sono assolutamente normali, si comportano in modo praticamente identico alle cellule ‘naturali'”, sottolinea con orgoglio Boeke.
In realtà, le cellule che contengono synIII si comportano un po’ meglio di quelle naturali. Il cromosoma artificiale, infatti, è stato modificato in modo da avere nuove capacità e “fare cose che il lievito ‘wild‘ non può fare”. Lo scopo dei ricercatori che hanno lavorato allo studio – che è stato pubblicato su Science online – è, infatti, quello di usare il cromosoma per la progettazione di lieviti che possano produrre farmaci rari, vaccini, biocarburanti più efficienti e materie prime per l’industria alimentare.
Lo studio che ha portato alla creazione del primo cromosoma artificiale ha richiesto un lavoro lungo e certosino di design genetico che ha consentito, aggiungendone alcune e togliendone altre, di ridurre il numero delle coppie di basi di Dna dalle 316.667 del cromosoma modello alle 273.871 di synIII. Il suo successo non si deve, però, solo al lavoro di illustri scienziati: alla sua realizzazione hanno partecipato anche 60 studenti, reclutati attraverso il progetto “Costruisci un genoma”, che Jef Boeke ha lanciato alla Johns Hopkins University.