Cosa farai dopo la laurea? Scegliere se andarsene o restare è diventato il passo successivo al conseguimento del diploma di laurea. Una scelta difficile se si considerano le migliori opportunità offerte all’estero e il legame affettivo e culturale con il Paese d’origine.
Universita.it lancia un sondaggio per gli studenti universitari italiani.
Ogni anno migliaia di ragazzi lasciano l’Italia per costruirsi un futuro all’estero. Sono neolaureati o dottori di ricerca che decidono di abbandonare il Paese perché non garantisce loro opportunità di carriera coerenti con il percorso di studi affrontato.
Tra questi ci sono giovani talenti, una ricchezza per la crescita e per il cambiamento. È la cosiddetta fuga dei cervelli, questione su cui si è riacceso il dibattito in seguito alla lettera di Celli al figlio, pubblicata da Repubblica la settimana scorsa.
Lo sfogo del Direttore Generale della Luiss Guido Carli, che consigliava al figlio e a tutti i giovani italiani di lasciare il Paese dopo la laurea, ha ricevuto la solidarietà di molti genitori e le critiche di molti figli. Il pregio è stato sicuramente quello di aprire il dibattito pubblico sul destino dei talenti italiani, e sulle storture del sistema di inserimento dei neolaureati nel mondo del lavoro.
A prendere la parola sono state anche personalità politiche che ricoprono ruoli istituzionali importanti. La prima a pronunciarsi sulla lettera Celli è stata il Ministro Gelmini, che ha invitato i giovani a non abbandonare l’Italia e ad avere fiducia nei vantaggi della nuova riforma universitaria. C’è stato poi il discorso del Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha parlato delle nuove generazioni come una risorsa da valorizzare. E infine il messaggio di Napolitano ai giovani fiducioso nella crescita del Paese.
Sulla questione sono intervenute migliaia di persone di tutte le età, che attraverso commenti nella rete, blog e social network hanno espresso la propria opinione. Ora puoi dire la tua partecipando al sondaggio di Universita.it che trovi qui sotto.
Restare in Italia per contribuire alla crescita del paese è stata la risposta meno votata contro quella del restare in Italia perchè è qui che si vuole vivere…A me viene da pensare che quel 31% abbia voglia comunque di mettere la testa fuori da questo guscio: il nostro Paese che si chiude in un circolo vizioso,che parte dal passato per tornare al passato e si chiude nel passato; Io non vedo presente,figuriamoci il futuro!Seguire il consiglio all’esilio di Celli servirà sicuramente a poco per la crescita del nostro Paese; restare in Italia PER modificarla dall’interno,mi fa pensare alla esclusione della possibilità di uscire fuori da quel circolo in cui siamo rinchiusi. Due posizioni opposte che per me si riuniscono nell’essere una NON-SCELTA.