I corsi-truffa sono una realtà certo non piacevole, e nemmeno così rara. Tanto che, per mettere in guardia gli studenti del proprio ateneo, sulla questione è recentemente intervenuto il rettore della Statale di Milano, per ribadire che l’offerta di qualunque attività didattica, integrativa e non, passa solo per i canali istituzionali.
Ma come mai il rettore della Statale si è trovato costretto a fare una tale precisazione? Semplice: l’appetibilità di corsi, workshop e attività affini è legata a doppio filo all’autorevolezza di chi li tiene, per questo soggetti dalla dubbia affidabilità si spacciano per membri del personale di qualche ateneo al fine di dare più risalto alla propria proposta.
Per la Statale di Milano non è certo la prima volta, e probabilmente non si tratta dell’unica università italiana a denunciare precedenti in questo senso. A quanto pare, alcuni soggetti – ancora non noti e non identificati – periodicamente pubblicizzano e propongono corsi, eventi formativi, seminari e workshop spacciandosi per assistenti universitari. Ma non sono legati all’università, né hanno da parte dell’ateneo alcuna delega e talvolta i corsi che offrono agli studenti non si tengono nemmeno, anche se gli iscritti pagano. Insomma, una truffa bella e buona.
Per mettere in guardia gli studenti da coloro che cercano di promuovere questi corsi-truffa (o corsi fantasma) il rettore della Statale, Gianluca Vago, ha scritto un’e-mail indirizzata a tutti gli iscritti all’ateneo milanese, in cui si ricorda loro che “l’Università offre ai propri studenti corsi, esercitazioni, workshop e altre attività didattiche integrative solo attraverso i canali istituzionali, ovvero su proposta dei singoli docenti o del dipartimento di afferenza”.
Vietato fidarsi di corsi e seminari annunciati su altri siti Internet, su bacheche varie o via e-mail e proposti da fantomatici ricercatori o assistenti universitari della Statale. Tutte le iniziative didattiche e integrative, si legge nella comunicazione diramata dal rettore Vago, “sono sempre pubblicizzate sul sito istituzionale dell’ateneo o sui siti istituzionali dei diversi dipartimenti. Si invita pertanto a diffidare di attività proposte con canali differenti da quelli segnalati e in caso di dubbio a chiedere sempre conferma dell’attività direttamente ai docenti”.