I “copia e incolla” delle tesi di laurea avranno vita breve. A stabilirlo è la Corte di Cassazione che, con una sentenza della Terza sezione penale, si è espressa, senza aggiungere contributi particolarmente nuovi al noto dibattito, sulle conseguenze negative dall’evoluzione delle tecnologie in termini di tutela del copyright.
Sul banco degli imputati il grande classico del copia e incolla nelle tesi di laurea, che avrebbe subito un “considerevole incremento con la introduzione delle nuove tecnologie” che oltre a velocizzare i sistemi di lavoro, rileva la Suprema Corte, oltre ad aver “favorito indirettamente anche il fenomeno del plagio”.
Una problematica ben nota anche ad alcune personalità di spicco, tra cui l’ex ministro tedesco Guttenberg, accusato di plagio per la tesi di dottorato e dimessosi in seguito alle polemiche.
Nell’ultimo caso che ha visto protagonista una neo laureata, la Cassazione si però vista costretta ad annullare la decisione limitatamente alla cancellazione del diploma di laurea per una inesattezza nella procedura dei giudici, censurando tuttavia la “condotta” morale del copiare stralci di tesi o elaborati altrui.
“La redazione di una tesi di laurea – si legge nella sentenza – contenente la mera trasposizione grafica di altri elaborati di diverso autore con alcune correzioni e l’aggiunta di minimi elementi di novità, senza alcun frutto di personale elaborazione o, comunque, di valutazione critica della fonte utilizzata, configura il reato punito dalla legge 475 del 1925″.