Il risultato del referendum sulla Brexit è arrivato come una doccia fredda sull’Europa, che stamattina si è svegliata confusa e attonita. La Gran Bretagna, primo paese nella storia, da questa mattina ha infatti iniziato il percorso per uscire dall’Unione Europea, una costruzione che mai come adesso è parsa traballante. Le conseguenze della scelta effettuata dai cittadini britannici saranno molte e coinvolgeranno il commercio e la circolazione delle persone, ma quelle che sicuramente interessano di più agli studenti europei sono la possibile uscita del Regno Unito dal programma Erasmus e il mutare delle condizioni per frequentare le università britanniche per coloro che non sono sudditi di Sua Maestà la regina.
Fin dalle prime ore della giornata di oggi i social hanno iniziato a riempirsi di messaggi di studenti europei delusi e tristi, perché temono l’eliminazione della Gran Bretagna dalle mete del programma Erasmus a causa della Brexit. L’ipotesi, a dire il vero, non è peregrina, poiché il programma di mobilità internazionale è riservato ai paesi membri dell’Unione Europea, ma occorre precisare che l’eventuale scomparsa del Regno Unito dall’Erasmus potrebbe non essere immediata. Per completare il processo di uscita del paese dall’UE, infatti, ci vorranno circa due anni.
Ciò non toglie che l’idea di dover rinunciare in futuro al sogno di poter studiare nel Regno Unito, una delle mete più ambite del programma, non piaccia affatto ai giovani del Vecchio continente, che accusano senza mezzi termini coloro che hanno votato per la Brexit di far pagare anche a loro le conseguenze del referendum. La delusione è forte anche per gli studenti britannici, che con l’addio all’UE dovranno rinunciare all’idea di potersi trasferire in altri paesi europei per studiare o lavorare senza dover richiedere un visto e che saranno esclusi dalla partecipazione al programma Erasmus.
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Dopo la Brexit le cose si complicano anche per chi vorrà studiare nel Regno Unito, a prescindere dal programma Erasmus. Occorrerà, infatti, ottenere un visto di studio e non si potrà più accedere al prestito universitario di cui attualmente possono beneficiare i cittadini UE, che consente di ripagare i costi delle università britanniche (circa 9mila sterline annue) a rate dopo la laurea e solo nel caso in cui si abbia un lavoro.