Indagine su concorsi truccati all'università. 7 professori finiscono in manette
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Concorsi truccati all’università, le Fiamme Gialle arrestano sette docenti

da | Set 2017 | News | 0 commenti

Un’operazione svolta dalla Guardia di Finanza di Firenze nell’ambito di un’indagine su concorsi truccati all’università ha portato all’arresto di 7 docenti di vari atenei. I destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip su richiesta dei pubblici ministeri Luca Turco e Paolo Barlucchi sono accusati di corruzione. In totale sono 59 i professori indagati.

La tesi della procura del capoluogo toscano è che si fossero stabiliti degli accordi tra vari cattedratici di Diritto tributario per l’assegnazione dell’abilitazione scientifica nazionale, requisito imprescindibile per poter partecipare ai concorsi per professori ordinari o associati, a determinati candidati. In particolare, gli inquirenti ritengono che i concorsi truccati avrebbero favorito gli aderenti ad alcune associazioni nazionali di tributaristi, di cui quali gli indagati erano a loro volta membri, occupando in alcuni casi cariche apicali.

A dare il via alle indagini è stata la denuncia presentata da un ricercatore, il quale sosteneva di aver ricevuto  pressioni da parte di alcuni docenti, affinché ritirasse la propria candidatura dal concorso per l’abilitazione scientifica nazionale. Lo scopo, secondo i pm fiorenti, sarebbe stato quello di eliminare il concorrente con il curriculum più brillante, per favorire un altro ricercatore, meno blasonato. In cambio del ritiro della domanda, i docenti avrebbero promesso al primo candidato di fargli ottenere l’abilitazione alla tornata successiva.

In una nota emessa a seguito dell’operazione, le Fiamme Gialle hanno spiegato che il lavoro degli inquirenti ha permesso di portare alla luce l’esistenza di “sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di Diritto tributario”, che miravano a gestire l’assegnazione delle abilitazioni “secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori“, al fine di tutelare interessi personali o professionali oppure associativi. Per i 7 docenti finiti in manette per i concorsi truccati è scattata la custodia ai domiciliari. Nei loro confronti il gip Antonio Pezzuti si è riservato la possibilità di valutare l’interdizione dalla professione in base all’esito dell’interrogatorio di garanzia, che si svolgerà nei prossimi giorni.

I docenti arrestati provengono dalle università di Cassino, Bologna, Siena, Foggia, dalla LIUC di Castellanza, da Tor Vergata e dalla Federico II di Napoli.  L’inchiesta, tuttavia, coinvolge cattedratici di tutta Italia, per 22 dei quali è già scattata l’interdizione dalle funzioni di docente universitario e da ogni altro incarico connesso per un periodo di 12 mesi. Determinanti per ricostruire i fatti – che si riferiscono al periodo 2012-2013 – sono state le intercettazioni, dalle quali emergerebbe l’esistenza di un patto per l’assegnazione dei posti ai pupilli dei vari docenti coinvolti nell’inchiesta.

A proposito dell’indagine sui concorsi truccati, il ministro Fedeli ha detto chiaramente di volere chiarezza, annunciando che entro il mese di ottobre sarà varato un codice di comportamento per l’università, al quale stanno lavorando di concerto il MIUR e l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), guidata da Raffaele Cantone.

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