Come è morto Caravaggio? A questa domanda tenteranno di dare una risposta le università di Bologna, Pisa, Lecce e L’Aquila le quali stanno dando il loro contributo nell’analisi dei resti ossei di Caravaggio.
E’ stato infatti da poco completato il recupero dei resti dell’intero ossario ospitato nella cripta della chiesa del cimitero di Porto Ercole, dove si pensa sia contenuto lo scheletro del pittore Caravaggio morto nel 1610.
La prima tappa delle ossa recuperate appartenenti allo scheletro di Caravaggio, è stata presso il Dipartimento di antropologia dell’Università di Bologna nella sede di Ravenna, dove ha avuto inizio la prima fase della ricerca scientifica.
Successivamente entrerà in gioco l’Università di Lecce che si occuperà di effettuare l’esame del carbonio 14, operazione che permetterà di datare l’età di ogni singolo reperto. Si procederà anche con l’analisi del DNA, comparato con quello dei discendenti paterni del pittore.
L’Università di Pisa invece effettuerà l’esame microbiologico, ultimo ma non meno interessante esame che permetterà di risalire alla tossicità causata dall’uso dei colori e quindi alle malattie contratte da Caravaggio, vero motivo della sua morte.