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Come diventare avvocato: l’iter completo

da | Mag 2022 | Come diventare..., Lavoro | 0 commenti

“Se vuoi fare qualcosa contro la legge, prima consulta sempre un bravo avvocato.”

George Bernard Shaw

Diventare avvocati è il sogno di tanti, un po’ perché è una professione ambita, un po’ perché apre diverse strade e un po’ perché ha lo stipendio tra i più prestigiosi delle libere professioni. Già dal praticantato l’aspirante avvocato può avere un torna conto economico grazie al rimborso spese dell’attività forense, per arrivare a uno stipendio di circa 30.000 euro annui durante i primi anni di esercizio alla professione, fino ai 40.000/50.000 euro all’anno quando si ritrova alle spalle almeno una quindicina di anni di carriera.

Vediamo quindi qual è l’iter da seguire per intraprendere questo percorso lavorativo e chiariamo da subito che non è tra i più semplici e veloci.

L’iter per diventare avvocato

Provenire da un Liceo classico o scientifico è senza dubbio di aiuto per lo studio della Legge in quanto si ha più dimestichezza con i vocaboli latini, ma è consigliabile non necessario.

Invece è assolutamente necessario conseguire la laurea magistrale in Giurisprudenza a ciclo unico della classe LMG-01, oppure una Laurea Triennale in Giurisprudenza o Scienze Giuridiche che si concluda con un biennio magistrale LMG-01. Questo corso di studio è accessibile sia in Atenei statali che in privati e addirittura in università telematiche. Il voto di laurea non influisce sull’esame di abilitazione o sulla libera professione.

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza è necessario svolgere la pratica forense presso uno studio legale di uno o due avvocati che risultino iscritti da almeno 5 anni all’Albo professionale degli avvocati. Parliamo del famoso praticantato.

Il praticantato ha la durata di 18 mesi e per diventare avvocato il tirocinante dovrà partecipare ad almeno 20 udienze del proprio avvocato dominus per ogni semestre, facendo annotare la propria presenza nel verbale di udienza e nel libretto della pratica. Dopo aver svolto sei mesi di tirocinio, il futuro avvocato può partecipare alle udienze anche da solo, in sostituzione del suo dominus. A partire dal 2022, inoltre, gli aspiranti avvocati dovranno seguire, insieme al tirocinio, anche dei corsi obbligatori su diversi aspetti del diritto, con relativa prova finale.

La pratica forense non è incompatibile con il lavoro subordinato pubblico o privato, purché tale attività lavorativa non sia di ostacolo a svolgere effettivamente il tirocinio.

La pratica forense presso il dominus può essere sostituita da:

  • 2 mesi di Scuola di Specializzazione
  • 12 mesi presso L’Avvocatura dello Stato, presso l’Avvocatura Distrettuale dei Comuni o altri enti pubblici, o presso gli uffici giudiziari
  • 6 mesi di praticantato in uno studio legale in un altro Paese dell’Unione Europea.
  • 6 mesi di tirocinio durante l’ultimo anno di corso di laurea, in caso ci sia una convenzione in tal senso tra la propria Università e l’ordine forense

Dopo questo periodo di praticantato, si potrà effettuare l’esame di abilitazione per diventare avvocato, costituito solitamente da tre prove scritte e da una prova orale.

L’esame di abilitazione alla professione

Considerando che le norme mutano spesso, quelle attuali prevedono che l’Esame di abilitazione alla professione si composto da 3 prove scritte più un orale.

 Le prove scritte attengono a:

  • un parere in materia di diritto civile;
  • un parere in materia di diritto penale;
  • la redazione di un atto processuale.

ed è vietato portare in aula testi, libri e codici che possono essere d’ausilio alle prove.

Superata la prova scritta si passa alla selezione orale, consistente in un esame con domande che, secondo la prossima riforma, saranno selezionate da un “database” centrale e unico per tutto il territorio. Infine, è previsto il giuramento dell’avvocato che avviene presso il tribunale.

Per svolgere la professione è necessaria l’apertura della partita Iva, stando a una recente riforma solo chi ha la titolarità di una partita IVA ha la possibilità di rimanere iscritti all’albo.

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