Le università americane sono in assoluto le migliori, prima tra tutte quella di Harvard. Almeno secondo l’Academic Ranking of World Universities (ARWU). La graduatoria, stilata annualmente dalla “Jiao Tong” University di Shanghai, vede ben diciassette atenei americani nelle prime venti posizioni. Gli USA primeggiano su tutti gli altri Paesi non solo per la qualità, ma anche per la quantità: nello studio cinese, infatti, sono contemplate in tutto 150 università a stelle e strisce. Al quinto posto della lista degli atenei migliori al mondo, che vede le università americane regine dell’istruzione superiore, si trova Cambridge, mentre solamente alla 37esima posizione Paris-Sud.
Il piazzamento dell’Italia nella classifica Arwu 2012 non è tra i migliori: il Bel Paese, infatti, si trova relegato dopo il centesimo posto, con l’Università di Pisa e La Sapienza di Roma, seguite da Milano e Padova. Dal 201esimo al 300esimo posto si classificano, inoltre, il Politecnico di Milano, la Normale di Pisa, assieme agli atenei di Torino, Bologna e Firenze.
Dietro gli USA, per quanto riguarda il numero di atenei presenti nella graduatoria, si piazza la Cina, con un totale di 42, anche se nessuno di essi è tra i primi cento posti. A seguire si trovano il Regno Unito, con un numero complessivo di 38, e con 37 la Germania. L’Italia, invece, è ottava insieme alla Francia. A tal proposito, il ministro francese per l’Insegnamento superiore e per la Ricerca, Genevieve Fioraso, dichiara: “Ci sorprende vedere che Germania, Francia e Italia abbiano così pochi atenei in questa classifica tra i primi cento o duecento posti”.
Ciò che è contestato non è il fatto che le università americane siano le migliori, bensì che la classifica Arwu 2012 dia l’impressione di ignorare in gran parte “le scienze umane e sociali e – continua a spiegare il ministro francese – non tiene conto della qualità dell’insegnamento”. I criteri utilizzati per tale graduatoria, infatti, si basano soprattutto sulle scienze esatte, prendendo in considerazione i premi Nobel conferiti agli ex-allievi oppure ai ricercatori, oltre che gli articoli pubblicati su prestigiose riviste come “Nature” e “Science”.
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Il colmo le università italiane difese da un ministro francese!!