Puntuale come ogni anno, sul finire dell’estate arriva il QS World University Rankings, una delle più autorevoli classifiche internazionali delle università, che analizza 3mila atenei di tutto il mondo per poi stilare la graduatoria dei migliori 800. Le novità di quest’anno sono il calo delle università USA e la grande crescita di quelle asiatiche. E per l’Italia arriva finalmente una nota positiva: migliora il posizionamento degli atenei nostrani e aumenta il numero di quelli presenti in classifica.
Il podio del QS World University Rankings 2013 non muta rispetto all’edizione precedente: al primo posto si conferma il Massachusetts Institute of Technology (MIT), seguito da Harvard e Cambridge. Ma, complice la crisi, il dominio USA inizia a tentennare, e 64 delle 83 università americane presenti nella classifica perdono posizioni rispetto al 2007. L’esatto contrario di quanto accade agli atenei asiatici, che sono in forte ascesa, sebbene ancora nessuno sia riuscito a rientrare nelle prime venti posizioni: il migliore, la National University di Singapore, si è piazzato ventiquattresimo.
Migliora anche l’Italia, nonostante l’ateneo nostrano più in alto in classifica – cioè l’Università di Bologna – sia solo al 188esimo posto. Tutte le nostre università, infatti, scalano posizioni e si allarga anche il gruppo delle presenze, grazie ad alcune new entry. L’Alma Mater Studiorum si conferma leader tra quelle del Belpaese e guadagna 6 posizioni (nel 2012 era 194esima), mentre La Sapienza passa dal 216esimo al 196esimo posto del QS World University Rankings 2013, il Politecnico di Milano dal 244esimo al 230esimo, la Statale di Milano dal 256esimo al 235esimo e l’Università di Pisa dal 314esimo al 259esimo.
I nuovi ingressi italiani in classifica sono la Bicocca di Milano, Roma Tre e le università di Brescia e Verona. Nel complesso sono 26 le università italiane nel QS World University Rankings 2013 – di cui 14 con punteggi uguali o più alti rispetto all’edizione precedente. E la milanese Bocconi guadagna 17 posizioni rispetto al 2012 nella speciale graduatoria degli atenei che si occupano di Social sciences & management, classificandosi 29esima al mondo e nona in Europa.
La soddisfazione per la performance dell’Italia non manca: Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), parla di “risultato positivo nonostante i tagli alle risorse che da anni colpiscono gli atenei italiani”, sottolineando anche come, finalmente, la politica e l’intero sistema Paese “si siano resi conto che senza ricerca, innovazione e cultura non si può avere sviluppo”.