Quali sono le migliori città al mondo per gli studenti universitari? Secondo la classifica annuale QS Best Student Cities il luogo ideale per frequentare l’università è Parigi, che batte tutti, precedendo Londra (seconda) e Singapore (terza). La prima tra le italiane è Milano, 24esima. La graduatoria è stilata dalla stessa squadra del QS World University Rankings e si basa su una serie di criteri: posizione degli atenei cittadini nei ranking universitari e opportunità di lavoro, ma anche convenienza a livello economico e qualità della vita.
Una classifica da non sottovalutare, quella dedicata alle città universitarie, come spiega il direttore della ricerca Ben Sowter: “QS Best Student Cities offre agli studenti uno strumento complementare ai ranking universitari. Del resto, l’esperienza universitaria è inevitabilmente influenzata dal luogo in cui si studia”. Due sono i requisiti che le città debbono rispettare per entrare in classifica: una popolazione di più di 250mila abitanti e almeno due atenei presenti nel QS World University Rankings.
A soddisfare i requisiti, 98 città in tutto il mondo, ma la classifica si concentra sulle prime 50. Nella graduatoria QS Best Student Cities 2013 sono rappresentati 30 Paesi. A farla da padrone sono gli USA (con 7 città), l’Australia (con 6), Canada e Inghilterra (con 3). Rispetto al 2012, le new entry sono: Oslo (Norvegia), Auckland (Nuova Zelanda) e Praga (Repubblica Ceca).
Milano si piazza 24esima, a pari merito con Barcellona, ed è la prima delle città italiane. Roma, invece, si ferma al 55esimo posto e resta per un soffio fuori dalla graduatoria. Nell’edizione precedente – la prima della classifica QS Best Student Cities – il capoluogo lombardo era al 21esimo posto, ma è lo stesso Ben Sowter a non far pesare il lieve calo, definendo la performance della città meneghina “positiva”, perché, spiega, “la reputazione delle più prestigiose università locali presso i recruiters italiani e internazionali è molto alta, secondo il nostro sondaggio. Un dato incoraggiante, in un Paese dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli preoccupanti”. Con un auspicio, “che a questa solida reputazione corrispondano e seguano più opportunità per i tanti laureati italiani brillanti, e insieme per quelli internazionali che hanno scelto Milano per la propria formazione universitaria”.