Cercare fonti di denaro per mantenersi agli studi a volte può diventare una vera e propria “attività creativa”. Lo sanno bene le studentesse che decidono di spogliarsi in web-cam come vera e propria prestazione remunerata, così come le studentesse di Londra che per pagare le tasse si scatenano nei club di lapdance.
Ma l’ultima frontiera, perlomeno in Cina, sembra essere tutt’altra. Secondo quanto riferisce il China Daily, un numero sempre maggiore di studenti universitari ha iniziato a donare il proprio seme, un fenomeno noto soprattutto a Guangzhou, l’ex Canton, capitale della provincia meridionale del Guangdong, con l’obiettivo di tirar su un po’ di soldi e far fronte alle esigenze della vita universitaria.
Fonte principale di informazioni e statistiche è proprio la banca dello sperma della regione del Guangdong, la quale ha rilevato una massiccia presenta di matricole e iscritti al college, una “comunità” che rappresenta addirittura il 95% dei donatori. Secondo la legge cinese possono donare tutti gli uomini tra i 22 e i 45 anni, previo controllo dello stato di salute. Emarginati da questa pratica invece, le persone omosessuali e i cittadini stranieri.
L’onere da parte dei donatori non è poi così insostenibile, basta sottoporsi a un insieme di analisi del sangue e test prima di effettuare la donazione, a seguito della quale si riceve una somma di circa 3.000 yuan, più di 300 euro.
Nonostante la pratica sia effettivamente inusuale, c’è da dire che non mancano i risvolti positivi per l’intera comunità, in quanto un numero così ampio di donazioni sta svolgendo una funzione importante nell’assistenza a coppie afflitte dall’infertilità. Secondo Tang Lixin, direttore della banca dello sperma, non si tratterebbe infatti di vendere il seme, in quanto, sottolinea, “questa somma viene data come rimborso per i trasporti e i pasti e come compensazione per il tempo perso al lavoro”. “Alcuni studenti ovviamente diventano donatori per il denaro che ricevono – continua Tang – ma ci sono anche quelli che considerano la donazione come un atto di carità per le coppie che ne hanno bisogno in quanto infertili”.