Anche il Cile agli studenti, da mesi mobilitati contro i piani del governo relativi all’istruzione, scendono in piazza com’è accaduto in Italia, Spagna, Inghilterra e Grecia. E questa volta la protesta non ha assunto la forma pacifica che aveva caratterizzato le precedenti manifestazioni. Un autobus dato alle fiamme da gruppo di incappucciati, numerose barricate con pneumatici incendiati e bombe molotov contro la polizia che è ricorsa agli idranti e ha sparato in aria: così a Santiago del Cile ha avuto inizio la prima delle due giornate di protesta convocate dagli studenti.
I dirigenti del movimento degli studenti cileni condannano le violenze e il governo che non le ha impedite e annunciano che continueranno a manifestare per la salvaguardia di un sistema di educazione pubblica e gratuita. L’idea è di una mobilitazione ampia che includa i sindacati, il Collegio dei professori, gli studenti delle scuole superiori ed universitari e gli ecologisti.
I momenti di tensione si sono registrati davanti all’Università di Santiago. Proprio da qui partiva una delle due manifestazioni autorizzate previste in questi giorni. Presenti anche i volti più noti del movimento studentesco cileno, Camila Vallejo e Giorgio Jackson: i due sono stati nche protagonisti di un tour in Francia, Svizzera e Belgio per denunciare la crisi dell’istruzione nel loro Paese.
Intanto, proprio in occasione degli scontri, il Governo cileno ha annunciato la linea dura nei confronti dei violenti. Il ministro degli interni, Rodrigo Hinzpeter, ha affermato che il governo denuncerà gli artefici degli scontri e gli arresti finora sono stati quasi 300.