Cile, dopo occupazione Senato studenti a colloquio con istituzioni
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Cile, studenti a colloquio con le istituzioni dopo l’occupazione del Senato

da | Ott 2011 | News | 0 commenti

In Cile non si placano le proteste contro la riforma dell’istruzione. Giovedì scorso alcune decine di studenti hanno occupato per circa otto ore l’aula del Senato a Santiago, chiedendo l’indizione di un referendum in materia. I manifestanti sono usciti soltanto a tarda sera, dopo avere parlato a lungo con alcuni senatori dell’opposizione.

L’occupazione del Senato è cominciata poche ore dopo l’intervento con cui la polizia aveva allontanato i manifestanti che avevano occupato la sede del Congresso a Valparaiso. Gli studenti hanno fatto irruzione nell’aula mentre una sottocommissione stava discutendo il budget previsionale per l’istruzione.

Hanno occupato il tavolo principale e srotolato uno striscione in cui si leggeva: “Plebiscito ahora”. Il ministro dell’Istruzione Felipe Bulnes e gli altri suoi colleghi hanno subito lasciato l’aula. A quel punto gli studenti hanno iniziato a trasmettere in diretta web la loro assemblea invitando tutti gli altri manifestanti a unirsi a loro.

La Commissione si è riunita oggi per portare a termine la seduta interrotta giovedì. Tra gli invitati all’incontro il rettore dell’Università di Santiago Juan Manuel Zolezzi, il quale ha dichiarato che “con questi presupposti le università statali non sopravviveranno”.

La parola è stata concessa anche ai due rappresentanti degli studenti Giorgio Jackson e Camila Vallejo che hanno chiesto nuovamente una riforma fiscale che garantisca più fondi alle università e si sono dichiarati delusi dal bilancio presentato dal Senato. Per queste ragioni hanno spiegato che non si arrenderanno e continueranno a lottare per ottenere una istruzione pubblica adeguata.

Nel frattempo, il presidente del Senato spagnolo, Guido Girardi, ha difeso le sua scelta di evitare l’intervento delle forze speciali. Girardi ha raccontato di aver richiesto l’apertuta di un’inchiesta su cime i ragazzi siano riusciti a entrare nel Parlamento, ma ha difeso la linea del dialogo, ribadendo che l’esercizio dell’autorità prevede anche la persuasione, e che “dato il modo in cui è avvenuta l’occupazione dei locali “se le forze speciali avessero fatto irruzione sarebbe stata una vera battaglia”.

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