Dopo mesi di protesta è cominciato, ma sempre sotto la pressione della piazza che continua a manifestare, uno scambio di opinioni tra governo e studenti. Succede in Cile dove la protesta contro la riforma prosegue ormai da tempo facendosi sempre più accesa. Durante il negoziato, il governo ha annunciato che il budget 2012 per l’istruzione pubblica sarà aumentato di oltre il 7 per cento.
Se subito dopo l’incontro la leader degli studenti Camila Vallejo si era dichiarata piuttosto soddisfatta del risultato: “Siamo riusciti a far prevalere la nostra richiesta per un’istruzione gratuita per tutti, i cui dettagli saranno discussi nella prossima riunione”, aveva spiegato; in seguito Camila ha ritrattato dicendo che i negoziati con il governo cileno sono stati del tutto deludenti, visto che i governanti non solo restano fermi sulle proprie posizioni, ma, tramite le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione cileno hanno mostrato il pugno duro con gli studenti rivoltosi: infatti coloro i quali non tornino nei prossimi giorni sui banchi di scuola rischiano di perdere le proprie borse di studio o potrebbero essere espulsi dagli istituti che frequentano.
Fuori del palazzo del potere, però, continua la protesta. Almeno 100mila studenti hanno sfilato per le strade di Santiago del Cile per chiedere una profonda riforma della pubblica istruzione. Si è trattato della trentaseiesima marcia dalla nascita del movimento di protesta composto da studenti e docenti. La manifestazione è stata animata da alcuni violenti scontri con le forze dell’ordine che sono ricorse ai lacrimogeni e agli idranti, con un bilancio di 17 fermi e alcuni agenti feriti.