Non sempre studiare all’estero per evitare la tagliola del numero chiuso è la migliore soluzione. Lo dimostra una sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (CGA), che a un giovane dell’isola desideroso di trasferirsi a studiare a Catania non ha riconosciuto gli esami sostenuti in Romania, dove seguiva già da quattro anni un corso di laurea in Odontoiatria. Secondo il CGA presieduto da Raffaele Maria De Lipsis, infatti, il passaggio dalle facoltà straniere a quelle siciliane non può essere automatico, bensì subordinato al superamento di un esame di valutazione utile a comprendere le reali conoscenze e competenze degli studenti.
La richiesta di convalida degli esami sostenuti in Romania dallo studente di Odontoiatria era stata rigettata dal MIUR, ma successivamente accolta dal TAR di Catania, al quale lo studente si era rivolto. In seguito a tale decisione, il ministero ha presentato un ricorso al CGA, che ha decretato il blocco del trasferimento in attesa di una valutazione più approfondita.
Sono molti i giovani italiani che ogni anno prediligono le facoltà mediche della Romania e, dall’università statale di Timisoara a quella privata ‘Vasile Goldis’ di Arad, il numero di aspiranti camici bianchi provenienti dal Belpaese diventa ogni anno più significativo. Tuttavia, come si legge tra le righe dell’ordinanza dei giudici del CGA, “le procedure di ammissione alle università europee non risultano armonizzate”. E il rischio che gli esami si superino con il minimo sforzo, oppure pagando è concreto: più volte sono state le stesse autorità rumene ad entrare in azione, annullando titoli conseguiti da studenti italiani che, nel frattempo, non avevano imparato nemmeno una parola della lingua nella quale avrebbero dovuto studiare.
La notizia del blocco del trasferimento dalla Romania dello studente siciliano di Odontoiatria riaccende la polemica sulle lauree prese all’estero. La decisione del CGA è stata accolta con favore dall’Associazione nazionale dentisti italiani che, per bocca del consigliere Vito Calacione, ha commentato: “Aggirare il numero chiuso e cercare scappatoie non è un bene né per i colleghi che si sono formati con anni di studio né per i pazienti che spesso poi pagano a caro prezzo la mancata preparazione di chi cerca di prendere una laurea senza le dovute esperienze”.
D’altra parte, però, resta il fatto che a volte i giovani siano quasi costretti all’emigrazione a causa del limitatissimo numero di posti a disposizione ogni anno nel nostro Paese per gli aspiranti medici e odontoiatri. Per chi non è disposto a rinunciare al proprio sogno, allora, l’unica via possibile è spesso quella che porta in Romania, Spagna, Bulgaria o Albania.