Un social network per l’università? Si trova nella fase di funding – per cui ha già raccolto 500mila dollari dall’Emory University di Atlanta – Campus Bubble, una rete sociale pensata da tre giovani amici per mettere in comunicazione gli allievi di uno stesso ateneo sulle iniziative, gli appuntamenti e le feste in programma.
Un social network privato che “costruisce comunità affinché gli studenti, lo staff, gli alumni, gli amministratori e le facoltà abbiano un luogo per la loro identità accademica online“: così si presenta Campus Bubble sul proprio sito. Come funziona? Attraverso l’empowerment della collaborazione tra queste diverse componenti dell’università e la promozione del coinvolgimento degli studenti. Al centro, risorse e informazioni della vita d’ateneo: Campus Bubble, per sua stessa ammissione, vuole essere un’alternativa tematica a Facebook.
Per ora il social network dedicato alle università si trova ancora in una fase iniziale: verso la parte finale della ricerca fondi, le sue attività iniziano sotto il buon auspicio – e grazie alle finanze – dell’Emory University di Atlanta. E l’obiettivo è conquistare i più importanti college USA e approdare nelle università del resto del mondo, Italia compresa.
Gli ideatori di Campus Bubble sono tre studenti, tra cui un italoamericano, il 23enne Giovanni Hobbins, director of Product. Che così racconta l’avventura della sua start up: “negli USA ci sono più cultura dell’investimento e attitudine al rischio rispetto a un paese come l’Italia, con un intero ecosistema pronto ad aiutare e sostenere l’azienda dopo la fase iniziale di valuation, che serve a capire se l’idea avrà un suo spazio sul mercato. Nel nostro caso, ad esempio, non esisteva una specie di bacheca interattiva e di scambio fra gli studenti. Usavano Facebook e Twitter, ma più per comunicare con amici lontani che con i proprio compagni sulle attività all’interno del campus”.
I primi passi, per Campus Bubble, sono stati fatti. Ora non resta che vedere che presa avrà il nuovo social network per università nei college americani e negli atenei del resto del mondo.