Sono sempre più evidenti i cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo l’intero nostro pianeta. Spesso, infatti, si assiste ad inverni sempre più miti in zone in cui prima erano più freddi oppure ad autunni più freschi in zone solitamente più calde. A tal proposito, uno studio americano – condotto dalla Florida State University a Tallahassee e pubblicato su Nature Climate Change – ha rivelato che il calore generato dalle città influenza le temperature anche a lunga distanza.
Per giungere a questa conclusione, durante lo studio – coordinato da Ming Cai – si sono prese in esame tutte quelle attività umane in grado di rilasciare calore come, ad esempio, il riscaldamento degli edifici o quello dei veicoli. Dopodiché, utilizzando un modello dell’atmosfera, si è esaminato attentamente come tutte queste fonti alterino il clima. Ne è emerso che l’influenza esercitata dal calore delle città sulle temperature medie globali si traduce in un aumento di solo 0,01 gradi, mentre risulta notevole a livello regionale. Ciò spiegherebbe, per l’appunto, gli stravolgimenti climatici che si stanno verificando in alcune parti del mondo.
Stando ai dati dello studio americano, si è scoperto che il calore generato ogni giorno nelle aree metropolitane – come quelle del Nord America e dell’Asia settentrionale – provoca un aumento delle temperature di un grado. Al contrario, in alcune aree europee, tale produzione genera una diminuzione delle temperature sempre di un grado, soprattutto durante la stagione autunnale. Alla luce di ciò, occorrerebbe tener contro dell’energia extra generata dalle attività umane pure nei modelli di previsioni, per individuare più esattamente le variazioni climatiche che possono investire il nostro pianeta.
Il calore generato dalle città è qualcosa di totalmente differente dall’energia che è naturalmente distribuita nell’atmosfera. Se quello prodotto dal Sole riscalda la superficie terrestre – mentre la circolazione atmosferica la ridistribuisce da una regione all’altra – il consumo di energia umana provoca invece la circolazione del calore che era rimasta bloccato per milioni di anni. Così, nonostante la quantità di quello prodotto dall’uomo sia molto piccola rispetto a quella che deriva dal Sole, le depressioni atmosferiche e le correnti a getto in corrispondenza delle quali si trovano molte aree urbane ne provocano la circolazione nell’atmosfera, alterando di conseguenza i climi.