Senza un consenso esplicitamente espresso, un rapporto sessuale diventa violenza: l’ha stabilito la legge contro gli stupri appena varata dallo stato della California. Non sarà più possibile cercare attenuanti come l’ubriachezza, la presenza di atteggiamenti che lasciassero presagire che la donna “ci stava”, il fatto che non abbia detto un chiaro “no” e così via: “Yes Means Yes” (cioè “Sì significa sì”), questo il nome della legge, non lascia spazio alle classiche giustificazioni sessiste per negare la violenza.
Una delle ragioni che ha spinto a prendere questo provvedimento è l’elevatissimo tasso di abusi sessuali che si verificano ogni anno nei campus delle università USA e che rimangono, per lo più, impuniti proprio perché le autorità accademiche “si lasciano convincere” da questo genere di scuse e alla fine non sanzionano i propri studenti.
La legge contro gli stupri della California, che si spera faccia scuola e sia replicata in altri stati USA, è una prima vittoria per le tante studentesse che sono rimaste vittima di violenza all’interno del campus della loro università e che, dopo aver denunciato il fatto ai vertici dell’ateneo, hanno visto il proprio aggressore continuare indisturbato la propria vita accademica, come se nulla fosse accaduto. Niente espulsione o altre sanzioni: le università americane si dimostrano colpevolmente tolleranti nei confronti degli abusi, contribuendo a far crescere il fenomeno.
Un recente studio della University of Massachusetts di Boston ha evidenziato che ben il 6 per cento degli studenti universitari maschi americani ha compiuto una violenza e che, tra questi, la maggior parte ha perfino ripetuto questo atto senza ricevere punizioni. Il comportamento degli atenei, insomma, non condannando gli stupri nei campus contribuisce a farli diffondere.
Contro questa situazione lottano moltissime ragazze, che hanno subito sulla propria pelle una violenza. La più famosa è Emma Sulkowicz, una studentessa della Columbia, che per attirare l’attenzione sul problema porta in giro per il campus il materasso sul quale ha subito l’abuso da parte di un collega. Per lei e per le altre, la legge contro gli stupri è un primo, importantissimo passo per poter ritrovare una dignità ingiustamente calpestata.