In molti rimarranno delusi: nonostante la promessa fatta dal ministro Giannini nel 2014, l’addio ai test d’ammissione non arriverà nemmeno quest’anno. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha infatti reso noto il calendario delle prove di selezione per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale 2016. Da qualche tempo, in realtà, del passaggio al famigerato “modello francese” non si discute più e l’intenzione di rivedere il sistema di accesso ai corsi a numero chiuso sembrerebbe essere tramontata, almeno nell’immediato.
Stavolta si partirà il 6 settembre con Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria, cui il giorno successivo seguirà il quiz di Veterinaria, mentre l’8 settembre sarà la volta di quello per i corsi di laurea finalizzati alla formazione degli architetti. Dopo una breve pausa i test d’ammissione 2016 riprenderanno il 13 settembre, giorno in cui si terrà la selezione per i corsi di laurea abilitanti all’esercizio delle professioni sanitarie, e si concluderanno il 14 settembre con la prova di Medicina in lingua inglese.
Riguardo ai test d’ammissione 2016 al momento si sanno solo le date (anche se ancora manca quella della prova per l’accesso ai corsi di laurea in Scienze della Formazione primaria), in attesa che il MIUR renda noti i programmi sui quali gli studenti dovranno prepararsi e i numeri dei posti disponibili per le immatricolazioni.
Anche se al ministero non si discute più di abolizione del numero chiuso e si pensa a organizzare i test d’ammissione 2016, la questione resta calda, anzi, più scottante che mai. Nei giorni scorsi, infatti, è arrivata una sentenza definita storica dalle associazioni studentesche, che fa traballare il sistema attualmente in vigore. Il TAR del Lazio ha sciolto la riserva relativa alla riammissione ai corsi di laurea in Medicina dei 9mila studenti che avevano fatto ricorso a seguito della vicenda dei plichi contenenti il questionario che risultarono mancanti a Bari nell’aprile del 2014. Secondo i giudici i soprannumerari potranno continuare gli studi, col risultato che rispetto alle circa 10mila iscrizioni autorizzate dal MIUR per l’anno accademico 2014-2015, il numero degli studenti è praticamente raddoppiato, con tutti i problemi di organizzazione e di spazi che ciò comporta per gli atenei.