La prima università italiana a darsi norme coerenti con la legge 240/2010 è la veneziana Ca’ Foscari. Con il via libera al nuovo statuto l’ateneo ha recepito le prescrizioni della cosiddetta riforma Gelmini introducendo novità di rilievo sia nella sua parte che elenca i principi ispiratori delle attività accademiche sia nella parte che riorganizza facoltà e corsi di laurea.
Sul primo versante, nel testo di autoregolamentazione dell’ateneo veneziano si possono rinvenire riferimenti a concetti non consueti, almeno finora, per l’ambito universitario. Tanto che gli stessi vertici dell’università parlano di un assetto “equo e sostenibile”. Attesi, e in ogni caso importanti, i riferimenti a criteri di valutazione meritocratici, al codice etico e alle pari opportunità.
Sul fronte più strettamente organizzativo la novità che salta subito all’occhio è l’abolizione delle facoltà, con un maggior peso dei dipartimenti come luoghi centrali per le attività di ricerca e per la didattica. Il rettore Carlo Carraro spiega che la riorganizzazione varata con il nuovo statuto rende più dinamico e “internazionale” l’ateneo, consentendo a docenti e ricercatori di svolgere meglio il proprio lavoro.
Ma il “magnifico” di Ca’ Foscari enfatizza anche la centralità assegnata al ruolo degli studenti, che saranno meglio rappresentati negli organi decisionali. Ci sarà poi una consulta dei dottorandi, che fino ad ora non trovavano rappresentanza nell’università veneziana. Il percorso di analisi e discussione che ha portato all’approvazione del nuovo statuto, iniziato un anno fa, quando la riforma non era ancora legge dello Stato. Il testo verrà ora inviato al ministero dell’Istruzione.