Forse converrà rispolverare la cara vecchia moka. Il caffè in capsule, infatti, oltre a una serie di pregi avrebbe anche un non trascurabile difetto. Questo è ciò che è emerso da una ricerca condotta presso l’Università degli Studi di Padova, che ha riscontrato nella bevanda preparata secondo questa modalità, ormai sempre più diffusa, la presenza di sostanze in grado di interferire con il sistema endocrino, mettendo a rischio la fertilità.
Sul banco degli imputati ci sarebbero ancora una volta i famigerati ftalati, agenti chimici che vengono aggiunti alle materie plastiche per aumentarne la flessibilità. Gli ftalati sono praticamente ovunque, perfino – come hanno scoperto gli scienziati dell’ateneo patavino – negli involucri monodose in plastica o allumino del caffè in capsule o in cialde. Ed è ormai certo che essi incidano sul nostro equilibrio ormonale, in quanto svolgono un’azione simil-estrogenica.
Proprio per questo motivo l’aver rilevato la presenza di ftalati nel caffè in capsule o cialde ha spinto i ricercatori dell’Università di Padova ad avvertire dei potenziali rischi per la fertilità – in particolare per quella degli uomini – che si nascondono nelle tazzine che quotidianamente beviamo, spesso anche più volte nel corso della giornata.
Gli estrogeni sono i principali ormoni femminili e da anni numerose ricerche scientifiche hanno segnalato come gli ftalati agiscano da xeno-estrogeni, ovvero esercitino effetti biologici analoghi a quelli degli ormoni naturalmente prodotti dal corpo umano. Se è vero che normalmente sia l’organismo femminile che quello maschile secernono una determinata quantità di estrogeni, è anche vero che quando si parla di sistema endocrino la parola chiave è equilibrio. I problemi nascono, infatti, quando sostanze come gli ftalati vanno a turbare i dosaggi normali dei vari ormoni.
Per quanto riguarda in particolare gli ftalati, tra gli effetti nocivi di cui sono responsabili si è notata, ad esempio, una femminilizzazione dei neonati maschi. Anche l’accresciuta incidenza di determinate patologie andrologiche che si è osservata negli ultimi vent’anni sarebbe, secondo diversi studi, da imputare alla contaminazione da ftalati. Ecco spiegato il perché dell’allarme lanciato dall’Università di Padova rispetto al consumo di caffè in capsule o cialde, che sempre più spesso sta diventando la norma.