La matematica corre su Facebook, almeno a Ca’ Foscari. A sostenere la validità del social network più amato dagli italiani per imparare a “far di conto” è il professor Paolo Pellizzari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha deciso di utilizzare Facebook come canale didattico di supporto rispetto alle lezioni tradizionali.
Circa 400 gli studenti coinvolti, ragazzi del primo anno della triennale in Commercio Estero frequentanti il corso di matematica. Ispirandosi ad esperienze d’Oltreoceano, come quella descritta dal New York Times sull’uso di Twitter in una classe di inglese, il professor Pellizzari ha aperto una pagina Facebook dedicata agli studenti del suo corso.
Uno strumento prontamente battezzato “Matemates 2011”, che inizialmente si è rivelato utile per dare a tutti sia informazioni tecniche relative al corso di matematica di Ca’ Foscari: orari, aule, libri di testo, variazioni, ma anche per la condivisione di esercizi e spiegazioni. Tanto che, lezione dopo lezione, la bacheca della fan page si è trasformata in uno spazio interattivo dove fare domande, proporre riflessioni e opinioni, richiedere approfondimenti. Un’aula virtuale che, secondo il professor Pellizzari, permette anche ai più timidi di intervenire e arricchire il dibattito.
Al momento sono 421 i “fan” della pagina, dove qualcuno partecipa proponendo domande e problemi, altri postando soluzioni o tecniche di calcolo, altri ancora caricano appunti ad uso e consumo degli assenti a lezione. E se c’è chi ne condanna l’uso “promiscuo” tra studenti e docenti, chi sostiene sia foriero di conformismo, chi lo usa per reclutare studenti online, l’uso di Facebook per studiare matematica è stato accolto sicuramente di buon grado dagli studenti che nel forum del docente hanno espresso un giudizio nettamente positivo.
L’80 per cento degli studenti ha ritenuto la pagina molto utile e ritiene che “Facebook sia innovativo come supporto all’insegnamento”, il 55 per cento condivide l’idea che lo strumento “abbia una marcia in più”, mentre solo il 6 per cento ha espresso l’idea che blog, e-mail o pagine statiche avrebbero prodotto lo stesso risultato. Secondo alcuni (ben il 37 per cento) l’uso di Facebook potrebbe addirittura aumentare di due o più trentesimi il voto d’esame.
Ottimo, magari lo facessero con interi corsi di laurea in modo da permettere anche agli studenti del sud, ai portatori di handicap, alle persone che lavorano, a chi ha dovuto lasciare l’ Università di potersi laureare.
Il Ministro profumo ha detto di essere aperto alle proposte degli studenti. Allora cerchi di recuperare gli studenti che hanno lasciato le Università, gli permetta di poter convalidare gli esami sostenuti (non fare decadere mai gli studi universitari) anche se da tanto tempo e di poter terminare gli studi utilizzando magari le nuove tecnologie e potendo seguire comodamente da casa anche lavorando. L’ Università dovrebbe essere anche questo non solo soldi per ricercatori. E poi con tutti i soldi che girano nelle Università almeno non facessero decadere mai gli esami sostenuti dagli studenti, e prima di chiedere agli italiani di pagare le Università per fare laureare gli stranieri facessero laureare i figli degli italiani.