L’università degli studi di Venezia Ca’ Foscari si è classificata all’ottavo posto nella classifica dei “like” su Facebook rilevato a fine gennaio 2012 da Universita.it. Gli addetti dell’Ufficio Comunicazione dell’ateneo lagunare ci raccontano il loro approccio ai social network e gli obiettivi strategici con cui li utilizzano.
Chi si occupa delle pagine social per il vostro ateneo? Quali profili gestite?
I social network su cui è presente Ca’ Foscari sono Facebook, Twitter e Youtube. Per tutti esiste un profilo ufficiale. Di Twitter e Youtube si occupa il Servizio Comunicazione, del profilo Facebook ufficiale l’ufficio relazioni con il pubblico, dal momento che viene utilizzato come una sorta di primo sportello studenti. Poi esistono profili ufficiali di altre strutture dell’ateneo, di corsi di laurea e dipartimenti, regolati da una netiquette interna.
Che tipologia di contenuti veicolate attraverso i social?
Ciascun social network veicola un differente tipo di informazione. Facebook principalmente informazioni di servizio, Twitter aggiorna in tempo reale sugli eventi in corso in ateneo, dalle lezioni speciali agli appuntamenti culturali. Youtube viene utilizzato per raccontare alcuni degli appuntamenti più importanti dell’ateneo, mostra lezioni integrali e raccoglie le interviste ai principali ospiti di Ca’ Foscari.
L’Università di Venezia ha un piano di sviluppo delle attività “social” o per ora siete fermi a una gestione “ordinaria”?
Il piano di sviluppo prevede di potenziare le attività veicolate attraverso i social network e di ampliarne il numero: in via di attivazione Google + e Istagram.
Che riscontro avete avuto in termini di gradimento e utilità percepita dagli studenti?
Il riscontro è positivo con un crescente numero di follower su Twitter (superati i 2.700) e di Facebook di ateneo (11mila). Lo stesso vale per Toutube con oltre 145mila visualizzazioni.
C’è un progetto legato all’utilizzo dei social media al quale tenete particolarmente?
È allo studio un programma che integri i social network nell’insegnamento: il programma si chiama “Isa” (Insegnare e studiare altrimenti). Esistono già esperienze di corsi di studio che integrano l’uso di Facebook o l’utilizzo dei contenuti didattici caricati su Youtube.
Il vostro utilizzo dei social network tiene conto anche delle prospettive di internazionalizzazione e della capacità di attrarre studenti stranieri nelle università italiane?
Il fatto di utilizzare i social network per declinare anche l’offerta formativa dell’ateneo punta a rendere quei contenuti disponibili in rete a un ampio pubblico, compreso quello internazionale. È il caso dei video spot per la Summer school o delle video lezioni in 10 minuti che illustrano brevemente alcune delle materie insegnate a Ca’ Foscari.
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