Se l’Edisu vi considera “idonei” all’ottenimento di una borsa di studio non è detto che la otterrete. Infatti “idoneo” è chi ha tutte le carte in regola per riceverla ma chi la riceverà è definito invece “vincitore”. Il malinteso ha scatenato a Torino la protesta di tutti quegli studenti “idonei” che, leggendo tale termine, si sono illusi di poter usufruire di una borsa di studio.
Giovedì è arrivata la conferma ufficiale che ad accaparrarsi un contributo sarebbe stato soltanto il 30 per cento degli “idonei”. Un esempio? Tra gli iscritti al primo anno del Politecnico ci sono 185 vincitori e 1.065 idonei. E il primo dei tagliati fuori ha un reddito Isee di 945,58 euro. Questo perché i fondi a disposizione sono pochi e il regolamento non prevede altre vie se non quella di assegnarli in base alla graduatoria e fino all’esaurirsi della cifra stanziata.
La Regione è però riuscita a trovare cinque milioni, che si sono aggiunti agli otto già presenti nelle casse dell’Edisu e che hanno permesso di erogare una borsa di studio al 30 per cento di chi ne ha fatto richiesta. Secondo i primi calcoli del movimento degli Studenti indipendenti ci sono circa duemila vincitori, 1.500 che hanno ottenuto la conferma della borsa e più di ottomila idonei.
E su Facebook dilagano i gruppi contro il sistema dell’Edisu e contro la Regione dove molti studenti “delusi” minacciano di “voler passare a vie legali” e di abbandonare gli studi. Il presidente dell’Edisu, Umberto Trabucco, si giustifica imputando la situazione alla crisi globale e spiega che non solo il Piemonte ha dovuto fare dei tagli e che nelle altre regioni la situazione è la medesima.
Di una decisione non all’altezza di una città universitaria parla anche il prorettore del Politecnico Marco Gilli, che in un’intervista a Repubblica,spiega come i tagli agli atenei e ai bilanci delle regioni un giustifichino un simile ridimensionamento: a suo avviso la scelta di ridurre così tanto la cifra messa a disposizione dell’ente per il diritto allo studio è frutto di una considerazione di bassa priorità da parte della Regione Piemonte.