Barilla, la famosa azienda italiana nel settore alimentare, sbarca all’università e si schiera dalla parte di chi ha talento, conferendo a dieci giovani studenti altrettante borse di studio dal valore di 40mila euro ciascuna. Il progetto, presentato in occasione della ricorrenza del centenario della nascita di Pietro Barilla, è rivolto a ragazzi dai 18 ai 28 anni e vuole essere un’occasione per concretizzare quegli stessi valori in cui l’imprenditore parmense ha creduto nel corso di tutta la sua vita.
“Barilla per i giovani” – questo il nome dell’iniziativa – si avvale della collaborazione con Centromarca e Unione Parmense degli Industriali e rappresenta una grande opportunità per tutti quei giovani che vogliono realizzare il proprio futuro. In particolare, tale progetto intende supportare – tramite delle borse di studio – i percorsi formativi di giovani talenti negli ambiti che al titolare della famosa multinazionale alimentare erano più cari, ovvero Business management, Qualità e innovazione, Arte, comunicazione e design e No profit.
Oltre a questo progetto, sono molti altri gli eventi e le iniziative per celebrare il centenario della nascita del famoso imprenditore parmense. Ieri, ad esempio, si è tenuto presso l’Università di Parma “L’insegnamento di Pietro Barilla: il nostro modo fare l’impresa”, un incontro tra la famiglia che porta il nome della pasta più famosa in Italia e gli studenti universitari, per raccontare loro un modello imprenditoriale da sempre ispirato alla sostenibilità sociale, economica e ambientale, alla passione per il gusto e all’equilibrio nutrizionale del buon cibo. L’evento è stato promosso dal corso di laurea in Economia e Management e dal Master in Marketing management dell’ateneo emiliano.
All’incontro ha preso parte anche il sociologo Francesco Alberoni che ha presentato la biografia di Pietro Barilla, mentre a conclusione della mattinata il rettore dell’Università di Parma, Gino Ferretti, ha consegnato il sigillo dell’ateneo alla famiglia titolare della grande azienda alimentare, in onore e ricordo di un grande imprenditore e un uomo illuminato, che credeva nei giovani e nel loro futuro. Da qui l’idea di conferire a dieci di loro delle borse di studio.