Se c’è un fenomeno che negli ultimi anni ha inciso sull’ammontare della popolazione universitaria, è quello dei tagli alle borse di studio, da cui ha avuto origine l’esercito degli idonei non beneficiari, ossia di coloro che – pur in possesso dei requisiti necessari – non ricevono il contributo per carenza di risorse. Gli ultimi dati mostrano che nel solo anno accademico 2014-2015 sono stati in 49.442 a non vedersi assegnare la borsa su un totale di 188.612 studenti giudicati idonei, una quota pari al 26 per cento. Insomma, uno studente su quattro tra coloro che avrebbero avuto diritto a ricevere un sostegno economico per la frequenza dei corsi universitari.
Le proporzioni del fenomeno sono preoccupanti e, soprattutto in alcune regioni, fanno sì che le aule degli atenei si vadano svuotando, nemmeno troppo lentamente. E dovrebbe preoccupare ancora di più il fatto che il numero degli idonei non beneficiari sia addirittura aumentato di circa 10mila unità rispetto all’anno accademico precedente.
La causa principale dell’aumento degli idonei non beneficiari è la riduzione degli investimenti da parte delle regioni, che in alcuni casi hanno dovuto sacrificare fette consistenti delle risorse idealmente destinate al finanziamento del diritto allo studio per far quadrare i conti. E in mancanza di soldi da distribuire agli studenti è accaduto che nei sette anni tra il 2007 e il 2014, secondo una recente ricerca della Fondazione Agnelli, coloro ai quali effettivamente è stato concesso il contributo sono passati da 151mila a 139mila. E, secondo le previsioni, nel 2015-2016 andrà anche peggio, con un’ulteriore perdita di quattromila beneficiari.
Come se non bastasse, ci si è messa pure la riforma dell’ISEE, che ha di fatto impedito a molti studenti di poter essere considerati idonei. Se da una parte è vero che regioni e governo si sono impegnati a contenere il fenomeno, riuscendo a far ottenere la borsa ad altri 28mila studenti, dall’altro occorre ricordare che il paragone con gli altri paesi dell’Europa occidentale è impietoso. Da noi hanno ricevuto la borsa di studio solo in 139.170: in Spagna le borse erogate sono quasi 300mila, in Germania 439mila e in Francia addirittura 640mila.
Il problema degli idonei non beneficiari è da sempre al centro dell’attenzione per le associazioni studentesche, che chiedono un’iniezione di risorse per poter coprire le borse, ma anche una revisione del sistema di assegnazione, che preveda una centralizzazione. Non è dello stesso avviso il governo, che vorrebbe invece sottrarre alle regioni la competenza in materia per trasferirla ai singoli atenei, frammentando ancora di più il panorama.
Nel frattempo, i numeri mostrano chiaramente una crescente percentuale di universitari provenienti da contesti agiati, cioè da famiglie che possono permettersi di far fronte alla spesa, mentre diminuisce la quota di coloro che provengono dalle fasce meno abbienti. Per questi ragazzi, infatti, la laurea è diventata un lusso spesso tristemente fuori portata. In un Paese che cerca disperatamente di incrementare il proprio tasso di laureati questa non è affatto una buona notizia.