In tutte le università ci saranno delle nuove borse di dottorato dedicate alla memoria di Giulio Regeni. La loro istituzione è stata sancita dall’approvazione da parte della Camera dei deputati di un emendamento alla legge di stabilità 2018. Questa non è l’unica novità relativa al sistema accademico contenuta nella manovra finanziaria che sta per concludere il proprio iter parlamentare. La legge di bilancio prevede, infatti, anche una una tantum da 2.500 euro ciascuno per i docenti universitari per compensare i mancati scatti stipendiali. Inoltre, sono state stanziate le risorse per stabilizzare nel prossimo biennio 3.500 precari della ricerca.
Ogni ateneo avrà borse di dottorato dedicate a Giulio Regeni
L’iniziativa di finanziare borse dedicate alla memoria di Giulio Regeni, il giovane dottorando italiano morto in circostanze ancora oscure in Egitto all’inizio del 2016, finora era spettata a singole università. Con la legge di stabilità 2018, invece, ciascun ateneo statale avrà una borsa intitolata a Regeni. L’idea era nata con una lettera pubblicata sul quotidiano La Repubblica lo scorso 9 novembre ed è stata fatta propria da 70 parlamentari di diversi schieramenti, che hanno firmato un ordine del giorno in proposito. Le borse di dottorato, dunque, aumenteranno e, grazie alla precedente approvazione in Senato di un altro emendamento alla finanziaria, diventeranno anche più “ricche”. Ogni mese i dottorandi riceveranno 75 euro in più rispetto a quanto percepiscono oggi.
Via le “cattedre Natta”, risorse dirottate su scatti d’anzianità dei docenti
Con l’approvazione dell’emendamento Verducci i docenti e i ricercatori universitari, i cui scatti di stipendio erano già stati sbloccati, riceveranno una una tantum da 2.500 euro ciascuno per il biennio 2018-2109. Scompare, inoltre, il criterio premiale secondo il quale gli scatti – che dal 2020 saranno biennali e non più triennali – sarebbero spettati solo ai meritevoli. Viene scongiurato così lo sciopero degli esami che era stato minacciato dai professori per il primo appello della sessione invernale. Per finanziare l’una tantum sono stati dirottati 90 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per le “cattedre Natta”. Naufraga in questo modo il progetto di reclutamento fortemente voluto da Matteo Renzi, che prevedeva la chiamata diretta. Mai amate dal mondo accademico, che contestava i criteri di selezione, non sono effettivamente partite poiché mancavano i decreti attuativi.
Nel biennio 2018-2019 assunzione di 3.500 precari della ricerca
La legge di stabilità 2018 prevede importanti novità anche per i ricercatori. Oltre a stabilire che i dipartimenti di eccellenza dovranno elevare al 40 per cento la quota di ricercatori di tipo B, istituisce nuove tutele per le ricercatrici a tempo determinato in maternità. Dal 2018 la scadenza dei loro contratti sarà prorogata per un periodo pari a quello dell’astensione dal lavoro. La misura più importante è, tuttavia, la stabilizzazione di 3.500 precari della ricerca nel prossimo biennio.