Università e impresa non sono più due sfere separate. Basti pensare che il numero di spin-off nate in ambito accademico con l’obiettivo di valorizzare i risultati della ricerca ha raggiunto quota 1.384. Lo certifica il database di Netval, il Network per la Valorizzazione della Ricerca Universitaria, che riunisce 58 università italiane e 7 Enti Pubblici di Ricerca non universitari.
E la notizia migliore è che le spin-off accademiche hanno anche un buon tasso di sopravvivenza. Gli atenei, del resto, credono sempre di più nella creazione di imprese. Al punto che sempre più atenei stanno dando vita a strutture specificamente finalizzate allo scopo.
Tasso di sopravvivenza delle spin-off all’86 per cento. Aumentano anche i brevetti
Le spin-off nate in ambito accademico hanno una durata che può raggiungere gli otto anni e un tasso di sopravvivenza dell’86 per cento. Numeri che raccontano di un successo sicuramente imprevedibile nel 1979, anno nel quale si diede vita alla prima impresa di questa natura. Il punto di svolta è stato il 2010, quando per la prima volta si è superata la soglia delle 100 nuove spin-off nate in un anno. Ma il vero anno d’oro è stato il 2014, quando si è arrivati a 135 nuove aziende.
Le università credono sempre di più nel trasferimento tecnologico, come testimonia il fatto che la creazione di uffici che si occupano specificamente di tale funzione diventa sempre più comune. E i risultati si vedono non solo per quanto riguarda la creazione di imprese, ma anche sul piano dei brevetti. Secondo quanto segnala l’ultimo report di Netval, nel 2017 sono stati 278 quelli registrati dalle 54 università analizzate. Grazie a queste ultime aggiunte, il totale dei brevetti detenuti da tali atenei è arrivato a 3.917.
Certo, non si è ancora ai livelli dell’Imperial College di Londra, capace da solo di gestire attraverso l’Imperial Innovation, una società appositamente creata, oltre 250 brevetti nel corso degli ultimi anni. Tuttavia i passi avanti compiuti dai nostri atenei sono costanti e confortanti.
Il n. 1 per le spin-off è il Cnr. Metà delle aziende nate in ambito accademico sono al Nord
L’ente che ha creato il maggior numero di spin-off è del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che ha dato vita a ben 75 aziende. Il Politecnico di Torino, invece, ne ha fatte nascere 74. Esattamente 33 in più rispetto a quello di Milano (41). Tra gli atenei che fanno più impresa c’è l’Università di Genova, che ha avviato 51 spin-off, mentre Padova e la Scuola superiore Sant’Anna ne hanno “allevate” 48, Firenze 43, Pisa e Tor Vergata 42, la Statale di Milano 22 e la Sapienza 19.
La maggior parte delle spin-off accademiche – il 47,3 per cento – è localizzata al Nord. Il 29 per cento al Centro e il 23,7 per cento al Sud e nelle Isole maggiori. Le aziende del Nord sono anche le più longeve, con un periodo medio di attività pari a 7 anni, contro i 6,7 e i 6,2 rispettivamente di quelle di Centro e Sud. Il 26,4 per cento delle spin-off opera nel settore dei servizi per l’innovazione, il 22,1 per cento in quello dell’Ict, il 16,7 per cento in quello di energia e ambiente e il 15,3 per cento in quello delle life sciences.