Lo rende noto l’Ateneo, spiegando che Bologna raddoppia i fondi della ricerca nonostante la recente diminuzione dei fondi statali, sono stati l’aumento dei finanziamenti europei (da 4 a 17 milioni incassati) e degli investimenti in ricerca applicata delle imprese (da 15 a 25). Questi ultimi, sommati a 5 milioni di contributi privati per la ricerca, arrivano al 42 per cento dell’intero budget.
Insieme ai finanziamenti sono aumentati anche i ricercatori, che erano circa 1.110 nel 2003 e quasi 1.300 cinque anni dopo (+17%), e gli assegnisti, i più giovani tra gli addetti alla ricerca, lievitati nello stesso periodo da 640 a 850 (+33%), mentre sostanzialmente stabili sono rimasti i professori di prima e seconda fascia (+3%).
“Oltre che sulla quantità – spiega il rettore Pier Ugo Calzolari – abbiamo lavorato anche sulla qualità, promuovendo la ricerca di alto livello. Siamo l’unico ateneo italiano ad aver adottato un sistema di valutazione e incentivazione individuale della ricerca”.
Questo ha consentito “di premiare chi produce – continua Calzolari – risultati di peso: negli ultimi cinque anni sono infatti aumentate le pubblicazioni sulle riviste scientifiche più autorevoli, vale a dire le scoperte e i progressi di maggior valore scientifico e influenza a livello internazionale”. Gli ambiti disciplinari “in cui siamo più affermati sono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), l’agroalimentare e anche le discipline umanistiche”.