Alma Mater e Dams di Bologna, Bocconi, Ca’ Foscari, Palermo, Bicocca di Milano, Facoltà di Studi Umanistici della Statale di Milano e Facoltà di Studi Internazionali di Forlì, tanto per citarne alcuni. Sono sempre di più gli atenei e i percorsi di studio nei quali si ottiene la laurea triennale senza tesi. O, per lo meno, senza la discussione davanti a una commissione di docenti e ai propri amici e parenti del classico elaborato “solenne”. Quello da esporre in libreria al termine degli studi.
L’Alma Mater è l’ultima in ordine di tempo ad aver compiuto questa scelta radicale, non senza scatenare polemiche tra gli studenti. Perché se è vero che conferire ai propri studenti la laurea triennale senza tesi consente di snellire le procedure burocratiche, evitare la sovrapposizione tra lezioni e discussioni e soprattutto mettere fine agli elaborati poco originali o perfino del tutto copiati, è anche vero che dire addio alla prova finale toglie gran parte dell’importanza ai percorsi di studio di primo livello.
Si tratta di una delle conseguenze della riforma del 3+2, che in un paese come l’Italia, nel quale i vecchi corsi di laurea avevano una durata di 4 o 5 anni, ha fatto sì che i percorsi di studio triennali diventassero nell’immaginario l’equivalente dei diplomi universitari che furono. Mentre le lauree per eccellenza fossero considerate quelle specialistiche o magistrali.
Va detto, tuttavia, che la scelta operata da molti atenei è in linea con la valutazione in termini di crediti formativi che è assegnata alla prova finale. Essa, infatti, vale di solito pochi CFU (da tre a sei, mediamente), che equivalgono a 75-150 ore di lavoro. Nulla di paragonabile alla classica tesi. Che, infatti, nei corsi triennali si è sempre più trasformata in un lavoro compilativo. Una sorta di ricerca, insomma. Ecco cosa ha spinto molti atenei a eliminarla.
Ma gli studenti non apprezzano la possibilità di vedersi conferire la laurea triennale senza tesi. Per chi decide di non proseguire gli studi viene a mancare la solennità del momento e il titolo che si ottiene è percepito come qualcosa di poco valore. Anche chi decide di andare avanti a studiare contesta questa soluzione. L’eliminazione della tesi è vista come la perdita dell’occasione di lasciare spazio alla propria creatività e una diminuzione del coinvolgimento. E così la pensano anche i genitori, ai quali è negata la cerimonia della discussione, un momento solitamente di grande soddisfazione per le mamme e i papà, che tradizionalmente vedono in esso una tappa cruciale del percorso di vita dei propri figli.
Una scelta che non condivido perché sminuisce il valore del passaggio conclusivo del percorso di formazione e alimenta l’errata opinione che la laurea triennale sia di scarso valore.
ma quale valore? una perdita di tempo e denaro senza limiti che non aggiunge niente se non alle tasche di chi ci lucra sopra. Svegliatevi
In più serve solo a bloccare qualcuno in base a simpatie o antipatie, le lacune della università pubblica si rispecchiano anche nella privata allo stesso modo. Del tipo: ” troppo discorsivo, argomenti troppo superficiali o poco approfonditi, ecc. ” Allora meglio una Intelligenza artificiale che analizzi veramente i testi senza pregiudizi e possa dare veri pareri “neutri” e possa valutare e anche assegnare voti a questo punto. Perchè anche se si chiama “Pegaso” potrebbe essere peggio delle altre…
Personalmente penso che la tesi sia abbastanza superata e non serva a dare nulla di piu ma possa diventare il pretesto per bloccare qualcuno.
Il solo superamento degli esami dovrebbe già costituire il presupposto sufficiente e necessario. La tesi dovrebbe essere facoltativa e non un obbligo.
Concordo, obbligare a redigere un elaborato su un argomento che non interessa nessuno e non serve a nulla
Ragazzi calma! Si tratta di una notizia vecchia e di un caso isolato!