Polemiche e accuse reciproche tra il Miur ed alcuni atenei per il caso dei cosiddetti “bandi fantasma”, la pubblicazione cioè di bandi di concorso per ricercatore non conforme alle previsioni di legge. Mentre Mariastella Gelmini intima alle università di seguire indicazioni che ritiene vincolanti per lo svolgimento dei nuovi concorsi, l’ateneo di Cagliari smentisce la sua ricostruzione della vicenda attribuendo la colpa proprio al ministero.
Il rettore Giovanni Melis spiega che il regolamento sui bandi di selezione per ricercatori a tempo determinato è stato inviato al ministero dell’Università il 18 aprile 2011. Non avendo ottenuto obiezioni, l’ateneo ha proceduto il 14 luglio alla pubblicazione del bando per i concorsi per ricercatore a tempo determinato sul proprio sito. Melis precisa poi che il bando in questione era stato anche pubblicato sul sito Euraxess della Ue, sul sito della Crui e inviato alle istituzioni italiane di alta formazione.
Anche per quanto riguarda i settori disciplinari il rettore cagliaritano difende il suo ateneo: “Il bando è stato emanato il 14 luglio, sulla base dei Settori scientifico disciplinari tuttora vigenti. Dunque, ben prima del Decreto Ministeriale che emana i nuovi settori concorsuali del 29 luglio, e che sarà esecutivo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale“.
Replica anche il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi, che si dice “tanto sorpreso quanto sereno nell’apprendere delle presunte inadempienze relativamente alle posizioni per ricercatore bandite negli ultimi mesi dall’ateneo”. E spiega che l’Alma Mater si è comportata esattamente come richiesto dallo stesso ministero finché non sono stati chiariti i nuovi settori concorsuali. “Ora, visto che è stato pubblicato il decreto ministeriale del 29 luglio relativo ai settori concorsuali e vista l’attivazione del sito del Miur per la pubblicazione dei bandi nella medesima data, nessun problema ad adeguare le procedure dei concorsi ancora aperti ai tempi e alle modalità ora richieste”, ha aggiunto Dionigi.
Ma la Gelmini continua a criticare i due atenei in particolare per la mancata pubblicità della procedura di selezione e la non considerazione dei nuovi settori disciplinari. Secondo il ministro non hanno rispettato le indicazioni di principio e di opportunità fornite dal ministero in merito a trasparenza e pari opportunità nei concorsi. Le commissioni in più non sono costituite per la maggioranza da membri esterni come imposto dalla nuova legge e la procedura si è svolta in maniera inusuale, alla fine di luglio con scadenza i primi giorni di agosto.