Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori dello University Collage di Londra, i bambini allattati al seno avrebbero molte più probabilità di fare carriera di quelli alimentati con il latte in polvere. La ricerca – pubblicata recentemente sulla rivista Archives of Disease in Childhood – è stata effettuata su 17mila individui nati nel 1958 e su altrettanti nati nel 1970: ne è emerso, per l’appunto, che chi era stato nutrito con il latte materno ha raggiunto traguardi più importanti nel posizionamento sociale e professionale.
La notizia che i bambini allattati al seno faranno più carriera degli altri una volta adulti non sorprende più di tanto. Da tempo, infatti, si conoscono i benefici che è in grado di apportare il latte materno. In effetti, si tratta – come spiega il dottor Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano e componente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) – di “un sistema biologico, e cioè non solo un insieme di macro e micronutrienti (proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, oligoelementi) ma anche un concentrato non riproducibile di cellule vive, sostanze ad azione ormonale e fattori di crescita in grado di modulare lo sviluppo dei tessuti”.
Ma non è tutto: oltre ad avere maggiori probabilità di fare carriera, i bambini allattati al seno hanno una migliore regolazione della fame/sazietà, sviluppano una flora intestinale assai determinante per l’orientamento del sistema immunitario in senso anti-allergico, e, inoltre, ricevono – aggiunge Giuseppe Di Mauro, Presidente della SIPPS – “un adeguato quantitativo di acidi grassi polinsaturi – in particolare omega 3 – fondamentali per lo sviluppo dei tessuti nervosi”. A tutto ciò occorre aggiungere la dimensione affettiva della relazione madre-figlio, che sicuramente incrementa nei più piccini la sicurezza e la fiducia in stessi, necessarie per fare carriera.
Già alcuni studi passati avevano dimostrato il raggiungimento, da parte del bambino che ha compiuto l’anno di vita allattato sempre al seno della madre, di migliori capacità visive e prestazioni funzionali a livello comportamentale e intestinale. Ciò ha spinto sempre di più a modificare i vari tipi di latte in polvere, aggiungendo elementi che un bambino non è in grado ancora di produrre da solo. “Il progresso compiuto è stato importante ed è tuttora in corso – conclude Di Mauro – ma il risultato finale è sempre lo stesso: il bambino allattato al seno ‘ha una marcia in più’, ed il suo vero segreto risiede forse in un differente orientamento della crescita”.