Mentre in Gran Bretagna si inasprisce il controllo sui visti degli studenti stranieri, con tanto di invito allo “spionaggio” per i docenti, dall’altra parte del globo, in Australia il governo sta pensando di spianare la strada a chi sceglie di andare a studiare nella terra dei canguri. Una politica inusuale date le politiche migratorie tradizionalmente restrittive di Camberra e tuttavia il governo australiano ha annunciato l’intenzione di rendere più semplice l’ottenimento dei visti per gli studenti internazionali, dopo il drastico crollo delle iscrizioni “estere”.
Le nuove regole prevederanno infatti uno snellimento delle procedure, garanzie finanziarie meno “esose” e l’introduzione di visti di lavoro post-lauream. “Il nostro sistema educativo è di livello internazionale e le riforme annunciate contribuiranno a fare dell’Australia una delle mete più gettonate dagli studenti di tutto il mondo” ha commentato il senatore Christopher Evans, ministro per l’università e i rapporti con il mondo del lavoro.
In effetti nell’ultimo periodo la competitività internazionale del Paese, sul fronte della capacità di attirare studenti da altre parti del mondo, era stata pesantemente minata da norme molto severe per ottenere i visti e dalla diminuzione drastica dei permessi di soggiorno permanenti dopo gli studi. Un inasprimento che è costato milioni di euro al sistema accademico. A rendere l’Australia impopolare per gli studenti internazionali hanno contribuito probabilmente anche la crisi globale, il dollaro australiano forte e il clima di insicurezza dopo l’aggressione a degli studenti indiani di qualche anno fa.
Ma ora, promette il governo, il corso migratorio sta per cambiare. L’istruzione rappresenta il terzo “bene di esportazione” per l’Australia, dopo il ferro e il carbone, e le università insieme ad altri istituti di formazione sono diventati pesantemente dipendenti dall’immatricolazione degli stranieri (e dalle loro tasse). L’annuncio dell’esecutivo è stato dunque accolto favorevolemente dai maggiori atenei del Paese: “Oltre a rafforzare un settore economico importante, questi cambiamenti contribuiranno ad aumentare la disponibilità di figure qualificate e competenti di cui il nostro mercato del lavoro attualmente ha bisogno” commenta Paul Greenfield, rettore dell’Università del Queensland.