Mentre si accende il dibattito su un eventuale “liberalizzazione” delle rette universitarie, i dati forniti dal Miur sull’andamento delle tasse negli atenei italiani confermano che un forte aumento c’è già stato. Tra l’anno accademico 2005/2006 e il 2010/2011 ogni studente di università statali e non ha pagato in media il 38,3 per cento in più. Se si guarda alla progressione tre il 2009 e il 2010 la retta media è passata da 1.024,5 euro medi del 2009 a 1.113,6 nel 2010: l’8,7 per cento in un solo anno.
I dati sugli aumenti diventano ancora più “spaventosi” se si guarda a casi limite come quello dell’Università di Catania, dove l’aumento quinquennale è stato del 51 per cento, dell’ateneo di Ferrara, che fa registrare nello stesso arco di tempo un +42 per cento, o della Federico II di Napoli, dove l’aumento è del 39,6 per cento. Pochi gli atenei virtuosi che fanno registrare una diminuzione: Potenza scende del 22 per cento, il Suor Orsola Benincasa di Napoli del 18,8 e Palermo del 10.
Ancora più “strano” il quadro della situazione finanziamenti per il sistema accademico italiano se si fanno un po’ di somme. Il totale delle rette versate dagli studenti nel 2010 ammonta 2 miliardi e 3 milioni di euro, mentre il fondo di finanziamento ordinario (ffo) assegnato dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca è di 6,9 miliardi.
Basta fare un semplice calcolo per capire che la quota di finanziamento che arriva dagli iscritti è di gran lunga superiore al tetto del 20 per cento rispetto al Ffo imposto dalla legge. siamo infatti attorno al 29 per cento e ben 24 università su 61 sono “fuori legge” perché superan il limite di tasse riscosse rispetto al finanziamento ricevuto. Addirittura Urbino, Bergamo, Venezia, Varese, e a Milano Politecnico, Statale e Bicocca.
Una situazione ovviamente tenuta sotto silenzio e tollerata per evitare di penalizzare ulteriormente un sistema che deve fare i conti con fondi che, come ha spiegato di recente il presidente della Crui Marco Mancini, non coprono ormai neanche i costi del personale.