La LUISS è sempre la prima tra le università non statali che hanno tra i 5mila e i 10mila studenti. A decretarlo è la classifica Censis 2017 degli atenei privati medi, che le dà il primo posto con una media di 91,4, in aumento di 2,2 punti rispetto allo scorso anno. A dare lustro all’ateneo romano sono soprattutto le borse, che ancora una volta ottengono il massimo dei voti (110), ma molto buoni sono i punteggi raggiunti anche per quanto riguarda l’internazionalizzazione (98) e la comunicazione (95). Meno brillanti, invece, le valutazioni ottenute per le strutture (83) e in particolar modo per i servizi (71).
Conserva il secondo posto già ottenuto negli anni passati della classifica la LUMSA, che nella classifica Censis 2017 degli atenei privati medi si vede attribuire un punteggio medio pari a di 79,2 (+0,8 punti rispetto a dodici mesi fa). A giocare a sfavore della LUMSA sono le borse, ferme a un punteggio di 70 su 110, ma la vera zavorra è rappresentata dai servizi, che non vanno oltre il punteggio minimo (66), facendo tra l’altro segnare un’involuzione rispetto all’anno scorso (-2 punti). Le strutture, invece, meritano un buon 83 e la comunicazione ottiene 85 su 110. Il fiore all’occhiello dell’ateneo romano, però, è l’internazionalizzazione, che guadagna due punti rispetto al 2016 e arriva a 92.
Terza, ma comunque penultima, nella classifica Censis 2017 degli atenei privati medi è l’Università “Kore” di Enna, alla quale sono stati attribuiti 73,6 punti di media, frutto del 79 su 110 ottenuto per le borse, del 70 attribuitole per la comunicazione, del 66 riportato per l’internazionalizzazione (il tallone d’Achille dell’ateneo), del 72 per i servizi e dell’81 per le strutture.
Al quarto e ultimo posto della classifica Censis 2017 degli atenei privati medi c’è l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. L’ateneo campano si conferma fanalino di coda con una media di 70,4. A pesare sul risultato complessivo sono sicuramente le borse e le strutture. In entrambi gli indicatori la Suor Orsola dimostra di non riuscire a fare meglio del punteggio minimo (66). Anche la non brillante valutazione ottenuta per l’internazionalizzazione, ferma a un misero 69 su 110, zavorra la media dell’ateneo partenopeo. Va meglio, invece, per i servizi (72) e soprattutto per la comunicazione (79).