È sempre la LUISS a guidare la graduatoria delle università non statali con un numero di studenti tra i 5mila e i 10mila. Questo è il responso della classifica Censis 2016 degli atenei privati medi, che le ha assegnato un punteggio medio pari a 89,2 superiore di 0,6 punti rispetto all’88,6 del 2015. L’ateneo romano si conferma leader per il terzo anno consecutivo grazie al giudizio ottenuto dalle borse, cui è stato attribuito il massimo dei voti (110), e alla buona valutazione riportata dall’internazionalizzazione (97). Anche la comunicazione e i servizi digitali hanno avuto un punteggio alto (90), mentre strutture (78) e soprattutto servizi (71) si sono dimostrati di livello inferiore in confronto agli altri aspetti considerati dal Censis.
Si mantiene stabile al secondo posto della classifica Censis 2016 degli atenei privati medi la LUMSA, che stavolta ha totalizzato una media di 78,4 (+1,2 punti rispetto al 2015). Il distacco dalla LUISS è dovuto principalmente alle carenze dei servizi, che hanno avuto solo 68 punti, e alle non particolarmente brillanti performance di strutture (76) e borse (77). Il fiore all’occhiello dell’ateneo è nuovamente l’internazionalizzazione (90), ma anche la comunicazione e i servizi digitali sono stati valutati positivamente (81).
Il terzo gradino del podio della classifica Censis 2016 degli atenei privati medi è occupato dall’Università “Kore” di Enna, che con un punteggio di 73,4 (+2,8 rispetto all’anno scorso) riesce a staccare l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con la quale condivise la terza posizione dodici mesi fa. L’ateneo partenopeo risulta dunque essere l’ultimo in graduatoria, benché anche la sua media sia leggermente cresciuta (+0,2).
La Kore ha ricevuto il minimo del punteggio (66) per due indicatori su cinque – comunicazione e servizi digitali e internazionalizzazione – ma ha anche avuto 91 punti per le borse, che hanno fatto la differenza in termini di posizione e le hanno permesso di sopravanzare la Suor Orsola, la quale non è riuscita a raggiungere nemmeno quota 80 per nessuna delle voci prese in esame dalla classifica Censis 2016 degli atenei privati medi, riportando anche un 66 per le strutture e un 67 per l’internazionalizzazione, i suoi talloni d’Achille.