Confermato il trend negativo delle immatricolazioni, iniziato nell’anno accademico 2004/2005. Secondo i dati dell’Annuario statistico italiano 2012 dell’Istat, gli iscritti all’università nel 2010/2011 sarebbero 6.400 in meno rispetto all’anno precedente, pari a un calo del 2,2 per cento. Il numero totale degli studenti universitari ammonta, invece, a 288mila circa. La diminuzione riguarda un po’ tutti i corsi di laurea, quelli del vecchio ordinamento, i corsi di durata triennale, quelli specialistici/magistrali e anche quelli a ciclo unico.
Un dato che emerge dall’Annuario statistico Istat 2012 è quello secondo cui sarebbero soprattutto le donne a proseguire gli studi dopo la maturità, oltre che a portare a termine il percorso iniziato all’università. Non a caso, tra chi ha conseguito almeno un titolo di istruzione terziaria, il 37,8 per cento è costituito da esponenti del gentil sesso, mentre gli uomini si aggirano attorno al 25,5 per cento. Le diplomate che s’iscrivono a un corso di laurea sono 67 su 100, mentre ogni 100 venticinquenni le laureate sono 22,6 contro i 15,1 colleghi uomini.
Altro aspetto interessante rilevato dall’Annuario statistico Istat 2012 è quello relativo alla mobilità territoriale, a quanto pare piuttosto elevata. Stando ai dati raccolti, poi, la partecipazione agli studi universitari sarebbe assai marcata nelle regioni centro-meridionali come il Molise, l’Abruzzo e la Basilicata. Qui più di un residente su due – nella fascia d’età compresa tra i 19 e i 25 anni – frequenta l’università. Tra gli iscritti, inoltre, prevalgono i diplomati provenienti dai licei: si tratta precisamente del 60,8 per cento, contro il 19,9 per cento dei diplomati degli istituti tecnici e il 6,7 per cento di quelli che hanno conseguito la maturità presso gli istituti professionali.
Sul fronte del lavoro, invece, l’Annuario statistico Istat 2012 rivela che l’anno scorso il 48,8 per cento dei diplomati del 2007 svolgeva un’attività lavorativa, mentre il 16,2 per cento era in cerca di un impiego e il 31,5 per cento si dedicava esclusivamente agli studi universitari. A quattro anni dalla laurea, inoltre, sembra lavorare il 69,4 per cento dei laureati dei corsi a ciclo unico, il 69,3 per cento di quelli laureati nei corsi triennali e l’82,1 per cento dei dottori provenienti da corsi specialistici biennali.
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