Le matricole universitarie continuano a calare. Secondo l’Annuario ISTAT 2016, nell’anno accademico 2014-2015 non si è invertito il trend negativo che sta progressivamente svuotando i nostri atenei e rende per l’Italia sempre più difficile raggiungere gli obiettivi europei relativi alla percentuale di laureati rispetto al totale della popolazione.
Come ogni anno l’Istituto nazionale di statistica ha pubblicato il rapporto che fotografa la situazione del Paese nei 12 mesi precedenti. Da esso si apprende che rispetto all’anno accademico 2013-2014 il numero dei neo diplomati che hanno scelto di proseguire gli studi iscrivendosi a un corso di laurea è sceso ulteriormente (-0,6 per cento). I dati dell’Annuario ISTAT 2016 dicono che l’università è stata la strada intrapresa dal 49,1 per cento dei diplomati 2014, con punte del 58,1 per cento in Molise e del 54,6 in Abruzzo.
La maggioranza dei neo diplomati ha, dunque, scelto di non andare avanti negli studi. Sono soprattutto i ragazzi che hanno deciso di fermarsi (nel 56 per cento dei casi), mentre le ragazze continuano a mostrare una maggiore propensione a intraprendere la formazione terziaria (55 su 100 si sono iscritte all’università).
In generale, l’Annuario ISTAT 2016 segnala un calo del numero totale degli studenti universitari, che nel 2014-2015 sono stati 1.652.592 (-1,5 per cento rispetto alla precedente rilevazione). Tra i corsi di laurea attirano sempre meno quelli triennali, mentre aumentano gli iscritti a quelli magistrali a ciclo unico.
Nel rapporto dell’Istituto nazionale di statistica non ci sono, però, solo cattive notizie. Nell’anno solare 2014 si è avuto un incremento del numero di coloro che hanno conseguito la laurea, con 2.377 neo dottori in più rispetto al 2013. E, poiché le donne predominano tra gli iscritti in tutte le tipologie di corso, la maggior parte di coloro che nell’anno solare 2014 ha conseguito per la prima volta una laurea è rosa. Nel periodo preso in esame dall’Annuario ISTAT 2016 si sono laureate il 39,9 per cento delle 25enni, contro il 25,8 per cento dei coetanei maschi. Il 23,5 per cento delle ragazze ha conseguito una laurea magistrale, contro il 15,1 per cento dei ragazzi.
Nonostante la disaffezione verso gli studi universitari, la laurea resta comunque il miglior modo per trovare lavoro. Nel 2015, a 4 anni dal conseguimento del titolo, ha un’occupazione il 72,8 per cento di coloro che hanno terminato un corso di studi di primo livello e l’83,1 per cento di quanti hanno ottenuto una laurea magistrale. Le cose vanno ancora meglio per i dottori di ricerca. Stando ai dati dell’Annuario ISTAT 2016, infatti, tra coloro che hanno completato un dottorato nel 2010 c’è un tasso di occupazione del 91,5 per cento, che sale al 93,3 per quanti lo hanno concluso nel 2008.
Tra i ragazzi che hanno deciso di non proseguire gli studi la percentuale di occupati è del 45,9. L’Annuario ISTAT 2016 segnala una maggiore facilità a collocarsi nel mondo del lavoro per i diplomati degli istituti professionali (63 per cento di occupati) e tecnici (58,5 per cento). In questo caso sono soprattutto gli uomini a trovare lavoro (50,1 per cento), mentre è più difficile per le donne (41,6).