L’Annuario statistico dell’Istat ha descritto le principali tendenze registrate in Italia nel 2011, a partire dal maggiore livello di istruzione e dal miglioramento dello stato di salute, che si traduce in aumento dell’età media. E l’università?
Come ogni anno l’analisi dell’Annuario Istat ha preso in esame anche i dati relativi al mondo accademico italiano e il dato più rilevante registrato nel 2011 è il calo delle nuove immatricolazioni: l’anno accademico 2009/2010 ha fatto registrare un calo dei nuovi iscritti dello 0,4 per cento. In pratica nelle università italiane sono entrati circa 295.000 nuovi studenti mentre nel 2008/2009 c’erano 1.200 matricole in più. L’annuario Istat conferma dunque un trend in diminuzione ormai dall’anno accademico 2004/2005 per quanto riguarda le immatricolazioni, fenomeno che ha riportato il numero di studenti iscritti al primo anno ai livelli di fine anni Novanta.
Le uniche classi di laurea a far registrare un incremento di matricole sono quelle specialistiche e magistrali a ciclo unico, che segnano un +6,5 per cento su base annua, mentre crollano le lauree vecchio ordinamento (-25,9 per cento) e calano dell’1,3 per cento le matricole dei corsi di laurea triennali.
Rilevante, sotto il profilo statistico, il contributo delle donne al raggiungimento del totale degli studenti impegnati negli studi universitari: 1.799.395. Sono infatti molte più dei loro colleghi maschi le ragazze che che decidono di proseguire gli studi dopo la maturità (le diplomate che passano all’università sono il 68 per cento contro il 58 dei diplomati) e anche il completamento dell’iter fino alla laurea è prerogativa più delle donne (22 per cento delle 25enni) che degli uomini (15 per cento dei 25enni).
In un Paese dove aumentano i giovani senza lavoro né studio, i cosiddetti neet, va sottolineato Da registrare infine il contributo che gli studenti provenienti dalle regioni meridionali danno alla sostanziale stabilità del numero complessivo degli iscritti su base annua. Secondo l’Annuario Istat 2011 la mobilità Sud-Nord è ancora “piuttosto elevata” e soprattutto i giovani di Molise, Abruzzo e Basilicata, dove frequenta l’università la metà dei giovani tra i 19 e i 25 anni.