Grandi novità in merito al numero chiuso, previsto per accedere in Medicina. Dopo la notizia del rinvio alla Consulta della legge che fissa le prove d’ammissione per alcune facoltà, meccanismo considerato dagli studenti per nulla equo, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha deciso di abolire i test d’ingresso per singolo ateneo e di introdurre le cosiddette graduatorie territoriali, cioè quelle che considerano gruppi di università vicine. Tali novità sono contenute in un decreto emanato giovedì scorso.
In base a questo cambio di regole, il prossimo 4 settembre tutti gli aspiranti studenti di Medicina concorreranno non per singolo ateneo, ma per accedere a queste graduatorie territoriali. Tale decisione deriva dal fatto che la graduatoria unica, tanto richiesta da chi non approva il meccanismo del numero chiuso, avrebbe in realtà una controindicazione. In sintesi, la domanda che si fa il ministero dell’Università è se chi è selezionato per una facoltà a tanti chilometri da casa, poi sarebbe disposto a trasferirsi. Da qui, la decisione di selezionare gli studenti in base a gruppi di atenei, tutti vicini tra loro.
Il decreto di qualche giorno fa prevede, in particolare, ben dodici graduatorie territoriali. Inoltre, le stesse aggregazioni di sedi valgono pure per l’ammissione alla facoltà di Odontoiatria. Per quanto riguarda Veterinaria, invece, sono confermate le unioni dell’anno scorso, cioè Bologna, Milano, Parma, Padova e Teramo/Camerino. Secondo questi cambiamenti, per esempio, gli aspiranti studenti di Medicina delle regioni Sicilia e Calabria concorreranno per i posti previsti nelle vicine Università di Palermo, Messina, Catania e la Magna Grecia di Catanzaro. Test d’ingresso unico, anche, per Torino e Genova.
La soluzione prevista dal Ministero all’Università riguardo al tanto contestato numero chiuso non è per niente piaciuta agli studenti dell’Unione degli universitari: “Il numero chiuso è sbagliato, non funziona e – dichiara Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu – svilisce il merito e il ruolo dell’università italiana”. Insomma, questa nuova presa di posizione non sembra convincere affatto: “Questi goffi interventi – termina Orezzi – non riusciranno a nascondere l’ingiustizia e l’inefficacia dei test”.
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Se per “meccanismo considerato dagli studenti affatto equo” intendevate “meccanismo considerato dagli studenti per nulla equo” avete sbagliato.
ma per le professioni sanitarie? vale la nuova disposizione o la vecchia???
si mi accodo alla richiesta di mami..le nuove diposizioni delle graduatorie territoriali valgono anche per le professioni sanitarie?? perchè io ho letto che la politecnica delle marche (sede ad ancona)è stata aggregata con bologna, ferrara, modena e reggio emilia ma questo è solo per la facoltà di medicina che è predisposta dal miur e nazionale..oppure queste aggregazioni valgono anche per le professioni sanitarie??
Sebbene il Miur abbia riconsiderato le regole per l’accesso al’università istituendo una graduatoria interregionale (valida per 3-4 università) per coloro che partecipano ai test, questo “zuccherino” non serve affatto per sanare l’ingiustizia sociale che viene a creare il MURO DEL NUMERO CHIUSO che deve essere eliminato al più presto in quanto ognuno deve essere lasciato libero di scegliere l’Università e la facoltà dove andare a studiare! BASTA CON IL NUMERO CHIUSO che lede il DIRITTO ALLO STUDIO! Proprio in questo periodo in cui il ministro Profumo sta cercando di “valorizzare” la “meritocrazia” nell’ambito scolastico, vorrei sensibilizzarVi sull’equità del diritto all’istruzione in modo che esso sia “realmente” garantito a tutti, con particolare riferimento a coloro che, pur appartenendo alle fasce più “deboli” della nostra società, dimostrano straordinarie doti intellettive per cui dovrebbero essere messi nelle condizioni “ideali” per poter emergere, riconoscendo loro tutti i meriti in modo “concreto”: così si attuerebbe la “vera” meritocrazia, altro che medaglie o piccoli riconoscimenti di carattere economico che lasciano il tempo che trovano. In tale direzione va la seguente la “lettera aperta” (pubblicata sul sito di una nota rivista) indirizzata al ministro della pubblica istruzione prof. Francesco Profumo, concernente la legge “antidemocratica e antisociale” relativa al NUMERO CHIUSO per l’accesso all’università. Visto che non riesco a trovare il modo per farla pervenire direttamente al ministro, confido nel Vostro interessamento, magari facendola diventare propria, in modo da portare tale problematica (di grande valenza sul piano sociale) sull’onda dell’opinione pubblica con la speranza che qualche politico magari la faccia giungere in Parlamento, in modo che possa essere letta nel corso delle interrogazioni parlamentari o delle discussioni che si dovrebbero aprire (almeno spero!)nell’ambito di un tavolo di lavoro fra le varie parti sociali interessate (associazioni degli studenti e dei genitori, nonchè dei docenti) in occasione di un giro di consultazioni prima della presentazione del pacchetto relativo al “merito” scolastico. Con la speranza che la battaglia CONTRO IL NUMERO CHIUSO possa essere vinta al più presto nell’interesse di tantissimi bravi giovani che, sempre più, vengono tagliati fuori, ingiustamente, da vari percorsi formativi universitari di carttere scientifico, Vi ringrazio anticipatamente per il Vostro “eventuale” interessamento . Salvatore Nestola (Copertino – LE)
http://www.oggi.it/posta/lettere/2012/02/23/il-numero-chiuso-alluniversita-va-contro-il-diritto-allo-studio-lettera-al-ministro-profumo/
io sono favorevole all’accesso libero..ma per certi tipi di corsi è giusto mettere dei paletti..esempio a medicina!
Ma il problema riguarda proprio medicina e le altre facoltà sanitarie! Non credo che sia giusto applicare delle barriere “in accesso” togliendo ogni possibilità a tutti coloro che realmente sono meritevoli di proseguire gli studi in ambito universitario! Se si vuole effettuare una seria selezione questa deve essere fatta “in itinere”: solo così si potrà vedere coloro che realmente sono i più meritevoli!
Caro sig.Nestola, immagino lei non sia studente di medicina o odontoiatria.L’accesso programmato su basi oggettive, pubbliche e nazionali non mi stancherò mai di dirlo che abbia consentito alla metà di noi non figli di mestiere di potervi accedere, di trovare posto a sedere e eliminare il pretestuoso argomento della scarsa preparazione con cui si azzoppavano i non figli di.Esiste nelle migliori università inglesi.
La strada è ancora lunga.
Se sapesse quanto costa studiare non proporrebbe l’idea irrealizzabile di far cominciare tutti e poi affossare quelli che con le leggi della giungla rimanessero indietro, è proprio il meccanismo dietro il quale giustificare le ingiustizie o i privatismi dell’università italiana e delle facoltà di medicina in particolare.Irrealizzabile una volta di più perchè esiste il tirocinio, che già così dove praticato affolla gli ospedali.
La strada è ancora lunga.
Prove intercorso ed esami scritti obbligatori con controlli ministeriali costanti.Se sono alle cliniche e ho presenza obbligatoria è assurdo obbligarmi anche il pomeriggio a seguire lezioni, si facessero in reparto e poi i libri me li studio io.Via le tesi, altrove non esistono.
Abilitazione nazionale e non provinciale.Via le specializzazioni dalle mani dei medici, il concorso lo faccio io cosa fare e dove in base al punteggio lo decido io non la commissione.Contratto di lavoro non borsa di studio di specializzazione.
La strada è ancora lunga.
Obbligo di pubblicare sul portale nazionale cv, verbale concorsi, valutazione docenti, statistiche esami e dati lavoro post laurea.
La strada è ancora lunga.
È pieno di biologi che volevano fare i medici, laureatevi in medicina e cominciate a lavorare a 35-40 anni poi siete i benvenuti.Fuori dalle nostre specializzazioni, dopo che mi sono fatto il mazzo sono alla pari di un biologo e magari può anche diagnosticare?