Quest’anno saranno in 84.165 a partecipare ai test di ammissione a Medicina e Odontoiatria che si terranno il prossimo 9 Settembre, mentre nel 2012 e nel 2011 erano stati all’incirca in 69mila. Un vero boom di iscrizioni – il 23 per cento in più – che, visti gli esigui posti disponibili (circa 11mila), riduce notevolmente le probabilità di farcela, un giorno, a indossare il camice bianco. Così, c’è chi già pensa alle possibili alternative in caso di mancato superamento e punta a iscriversi a qualche università all’estero oppure, sempre in Italia, a facoltà affini che prevedano alcuni esami uguali a quelli di Medicina, per ritentare poi il test l’anno successivo.
Oltre all’aumento delle iscrizioni, sulla possibilità di farcela o meno a intraprendere un percorso di studi in Medicina e Odontoiatria gravano anche l’incognita della graduatoria nazionale, la novità del bonus assegnato in base al voto di maturità e il nuovo test previsto in seguito alle polemiche annuali, che sembra dare meno attenzione alla cultura generale per concentrarsi di più sulla logica e il ragionamento. Per tutti questi motivi, molti ragazzi stanno pensando di darsi una seconda chance seguendo un ‘piano B’.
L’alternativa principale è iscriversi a un corso di laurea affine, come Biologia o Scienze naturali, così da non perdere tempo sostenendo intanto alcuni esami che sarebbero convalidati qualora si riuscisse in seguito a superare il test di ammissione a Medicina. Altrimenti, sempre più spesso si pensa di andare oltre i confini italiani e, in questi casi, diventa determinante la scelta del Paese di destinazione. Ad esempio, “anche Francia e Spagna hanno uno sbarramento. Ecco perché – spiega Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e di Medicina alla Sapienza – non sono poi tanti gli studenti che ci provano lì”. Ecco perché la maggior parte degli studenti che emigrano scelgono la Romania o l’Albania, dove i test d’ingresso non sono previsti. Ma occorre sempre una certa cautela.
In Romania, infatti, pur essendo un Paese membro dell’Unione Europea, gli atenei riconosciuti sono solo tre: Bucarest, Arad e Oradea. Inoltre, resta sempre il nodo del valore legale del titolo di studio conseguito all’estero. Ciò fa sì che, ad esempio, il laureato in Spagna, per esercitare la professione sul suolo italiano, debba poi chiedere l’autorizzazione al Ministero della Salute in base a una direttiva europea del 2005. E per ottenerla può essere richiesta l’integrazione di alcuni esami, come Medicina legale, una materia che cambia in base alle legislazioni di ciascun Paese.
Per chi, invece, ha scelto come alternativa al mancato superamento del test di ammissione a Medicina quella di diventare dottore in Albania (Paese che non fa parte dell’UE), le cose si complicano ulteriormente. In questi casi, infatti, non si può fare affidamento alla direttiva, ma si dovrà fare domanda al Ministero della Salute per essere sottoposti ad alcuni particolari esami attraverso i quali sarà determinata l’idoneità o meno allo svolgimento della professione.