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Un terzo disoccupati e la metà insoddisfatti. I diplomati italiani secondo Almalaurea

da | Dic 2011 | News | 0 commenti

Soddisfatto dei docenti e meno delle strutture scolastiche, “maturato” con 76/100 ma non molto convinto del percorso di studi intrapreso alle superiori. A leggere il Rapporto 2011 sui diplomati italiani, realizzato da Almalaurea con Almadiploma, l’identikit del diplomato dei giorni nostri offre utili indicazioni per comprendere utilità ed efficacia degli istituti di istruzione secondaria italiani, a partire dal fatto che un terzo è senza lavoro e quasi la metà non sceglierebbe la stessa scuola.

L’indagine 2011 di Almalaurea ha coinvolto 29.232 giovani diplomati a luglio 2011 di 246 istituti aderenti ad Almadiploma in 14 regioni italiane. Il dato più interessante è probabilmente quello relativo al grado di soddisfazione degli studenti: il 46 per cento, infatti, è pentito della scelta fatta e se potesse tornare indietro sceglierebbe un altro indirizzo o un altra scuola. Dietro questo giudizio, che a un anno dal diploma viene confermato dal 40 per cento degli intervistati, c’è il desiderio di approfondire materie diverse e l’esigenza di avere una formazione più conforme alle esigenze del mondo del lavoro.

Ad ogni modo, guardando ai diplomati nel 2010, dopo un anno i diplomati intervistati da Almalaurea sono nel 61 per cento dei casi iscritti all’università, il 20 per cento lavora, il 15,5 per cento è in cerca di occupazione e il resto non cerca neanche lavoro. I disoccupati dopo un anno dalla maturità sono il 33 per cento e il fenomeno riguarda più chi esce dagli istituti professionali (40 per cento) che i liceali (28). Eppure, a parte i tanti lavori occasionali, il 48 per cento di questi studenti – il 95 per cento alle professionali – nel corso degli studi ha anche fatto un’esperienza di stage di oltre un mese e ne restituisce un bilancio positivo.

Ancora pochi i fortunati che nel corso delle superiori hanno anche fatto un’esperienza di studio all’estero, comprese quelle organizzate dalle scuole, che in genere durano una settimana. Soltanto un quarto dei diplomati ne ha potuto godere e per la maggior parte dei casi si tratta di ragazzi con genitori con titolo di studio elevato.

Nella scelta degli studi universitari, poi, ha un ruolo rilevante il livello di istruzione della famiglia d’origine: dove c’è un genitore laureato nell’83 per cento dei casi si sceglie di proseguire con gli studi, mentre si fermano al 49 per cento gli iscritti all’università figli di genitori che hanno concluso le scuole dell’obbligo e al 27 quelli i cui genitori hanno la licenza elementare. A scegliere gli studi accademici sono soprattutto i ragazzi provenienti dai licei e dagli istituti psico-pedagogici. Anche il precorso universitario non è privo di ostacoli: 6 iscritti si 100 hanno abbandonato l’università al primo anno e altri 5 hanno cambiato università o corso di laurea.

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