Il rischio di finire come in Grecia è dietro l’angolo se non arriveranno con urgenza fondi agli atenei pubblici, stanziati già nell’imminente legge di stabilità. È questo l’allarme lanciato dalla CRUI attraverso una lettera che il neo-eletto presidente della Conferenza dei rettori, Stefano Paleari, ha inviato al premier Letta e al ministro competente per l’Università, Maria Chiara Carrozza.
In Grecia, a causa della crisi e dei tagli ai dipendenti pubblici imposti dalla ‘troika‘, alcuni atenei (almeno otto) saranno costretti a chiudere i battenti per mancanza di personale. Se non si recupereranno almeno in parte i tagli ai fondi pubblici destinati a finanziare il sistema dell’istruzione terziaria, l’ipotesi che anche in Italia si arrivi a dover cancellare alcune sedi universitarie, avverte la CRUI è tutt’altro che fantascientifica.
Lo stanziamento di nuove risorse per le università è più che mai urgente, spiega il presidente della CRUI, in quanto nel giro di pochi anni il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) è calato di 1 miliardo, ed era già tra i più bassi d’Europa. Ciò ha comportato il blocco del turn over e una perdita di 10mila unità in termini di personale docente e di ricerca. Le difficoltà dell’intero sistema, poi, hanno ripercussioni sul tasso di diplomati che scelgono di iscriversi all’università, il quale – anche in virtù della concomitante contrazione dei finanziamenti destinati al diritto allo studio – ha fatto registrare un vero e proprio crollo nell’ultimo decennio. Il risultato di tutto è che il numero dei laureati in Italia continua ad essere uno dei più bassi tra gli Stati UE, cosa che pesa sulla competitività complessiva del Paese.
Stando così le cose, l’unica speranza è immettere nuovi fondi per scongiurare un tracollo simile a quello della Grecia. In particolare, la CRUI chiede al governo Letta di inserire già nella prossima legge di stabilità 100 milioni di euro, da destinare come quota premiale agli atenei che si sono distinti nella valutazione della ricerca effettuata dall’ANVUR.