L’infinita querelle legata alla spartizione del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) 2014, tra le università italiane, non accenna ad arrivare a conclusione. E anzi, a lanciare un nuovo allarme nei confronti del Miur è Stefano Paleari, il presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane: “siamo già in ritardo: ancora non sappiamo come saranno divisi i soldi. Entro luglio è necessario sapere di cosa potremo disporre”. Il rischio, altrimenti, è quello di una vera paralisi amministrativa per i nostri atenei.
Da quest’anno cambiano le modalità di assegnazione delle quote dell’Ffo per le singole università: non più in base al bilancio, ma ai costi standard secondo quanto stabilito dalla legge Gelmini. Così, anche una volta sventato il super-taglio dei finanziamenti statali previsto dall’ex ministro Tremonti grazie a una copertura contenuta nella spending review 2014, i rettori si trovano a non sapere ancora a quanto ammonta la quota del fondo di Finanziamento ordinario destinata al proprio ateneo. Paleari (Crui) lancia l’allarme: dopo che il Miur aveva promesso di rendere nota la ripartizione entro maggio e poi entro giugno, “ora entro luglio è necessario che si sappia di che cosa possiamo disporre”.
Anche perché il nuovo sistema di suddivisione del Fondo di finanziamento ordinario 2014, poiché al debutto, non permette alle università di “programmare o calcolare i nuovi finanziamenti. Ci potrebbero essere scompensi gravi: è necessario che il nuovo criterio venga introdotto gradualmente”, spiega il presidente Crui. Ancora irrisolta è anche la questione del reclutamento dei docenti da parte delle università, con un turn over fissato al 50 per cento e i rettori che, di nuovo, attendono di conoscere le assegnazioni per i singoli atenei per programmare gli organici. Intanto, altre nubi popolano l’orizzonte del ministero di Viale Trastevere: il Miur deve già guardare al 2015. Con il rischio di gravi tagli all’Ffo, se il governo non troverà le necessarie coperture.