Agraria, per la Guida Censis-Repubblica la migliore università è Bologna
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Per studiare agraria la migliore università è quella di Bologna. Seconda Perugia

da | Ago 2011 | News | 0 commenti

Volete diventare agronomi, esperti in zootecnia oppure specialisti di prodotti tipici? Allora per voi l’ateneo migliore sulla piazza sembra essere quello di Bologna, che – secondo la classifica Censis Repubblica 2011 – presenta la migliore facoltà di Agraria del Bel Paese. Una conferma per l’Alma Mater che guidava anche lo scorso anno la classifica delle migliori facoltà di agraria in Italia e che quest’anno si conferma in testa con un punteggio di 100,4 su 110, che intreccia i punteggi in ricerca (99), didattica (109) e produttività (93).

Al secondo posto troviamo invece l’Università di Perugia (97,9), l’anno scorso terza a pari merito con l’ateneo di Modena e Reggio Emilia che rimane ben saldo al gradino più basso del podio. Scende invece dalla seconda alla sesta posizione Teramo, mentre al quarto posto troviamo Padova e al quinto l’Università della Tuscia, che scala ben 6 posizioni. Completano la top ten gli atenei di Udine, Sassari, Torino e Parma.

E poi incontriamo, nell’ordine, la Politecnica delle Marche, la Federico II di Napoli, Milano 1, Firenze, Bari. Nella parte più bassa della  classifica troviamo l’Università del Molise, quella di Catania, della Basilicata e di Pisa, mentre chiude la classifica al 22esimo posto l’Università di Foggia, dietro a quelle di Reggio Calabria e di Palermo.

Identikit del laureato in Agraria. Stando ai dati statistici diffusi da Almalaurea, i laureati nelle facoltà di Agraria sono ancora in prevalenza maschi (66 per cento) e provengono da studi tecnici o scientifici. Il 27,9 per cento si è laureato in corso, mentre il 32 per cento si dichiara soddisfatto del percorso di studi svolto.

Sbocchi professionali. Pur continuando ad esprimere professionalità molto tecniche e quindi potenzialmente “di nicchia”, le facoltà di agraria negli ultimi anni hanno dimostrato una certa versatilità e una maggiore diversificazione dell’offerta formativa affiancando ai corsi di laurea tradizionali, percorsi di studio più specifici nel settore delle biotecnologie, della zootecnia e così come delle scienze gastronomiche. Oltre al classico agronomo iscritto al rispettivo albo professionale, gli sbocchi lavorativi sono dunque differenti. Dal controllo della qualità alla promozione e valorizzazione dei prodotti tipici.

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