La vetta della classifica Censis per l’area di Agraria 2015 è occupata dall’Università di Modena e Reggio Emilia, che – partendo dalla medaglia d’argento dell’anno passato – forte di una media di 104,5 riesce a piazzarsi al primo posto. Risale anche l’Università di Bologna, che dopo anni di dominio nel 2014 si ritrovò addirittura terza, ma con i 102 punti di quest’anno è riuscita a migliorare di un gradino la propria posizione sul podio, finendo seconda. In terza posizione troviamo l’inedita coppia Perugia–Tuscia, appaiate con un punteggio medio pari a 100.
Il quarto posto della classifica Censis per l’area di Agraria 2015 – che mette in fila gli atenei pubblici italiani sulla base della qualità della didattica dei corsi di laurea triennale delle classi di Scienze e Tecnologie Agrarie e Forestali (L-25), Scienze e Tecnologie Alimentari (L-26), Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali (L-38) – è andato a Udine (96,5), mentre il quinto se l’è aggiudicato l’Università della Basilicata (92,5). Solo sesta, invece, la capolista del 2014, cioè l’Università di Torino, che oltre al tonfo che l’ha fatta scendere di cinque posizioni perde anche 9 punti, fermandosi a 92.
A seguire, nella classifica Censis per l’area di Agraria 2015 si sono piazzate Padova, Sassari e l’Università Politecnica delle Marche, tutte accomunate da una media di 91,5 punti, Firenze (90), la Statale di Milano (89), Parma (86) e l’Università di Foggia (84,5), che negli ultimi dodici mesi ha guadagnato diverse posizioni, visto che partiva da un poco onorevole terzultimo posto. Più in basso troviamo poi Palermo (81,5), Catania (80), Pisa (79,5), Napoli “Federico II” (77,5) e Teramo (76,5).
Le cenerentole della classifica Censis per l’area di Agraria 2015 sono, infine, Bari, classificatasi terzultima con 76 punti, Reggio Calabria, che con i suoi 74 punti finisce penultima, e l’Università del Molise, di nuovo ultima con il punteggio minimo possibile, ossia 66. Per questo ateneo, oltre alla posizione non certamente lusinghiera, c’è da registrare anche un decremento del punteggio, che scende di 0,5 rispetto al 2014.